martedì 6 settembre 2011

Università iblea: il Rettore dell'Università di Catania è sordo. Guardiamo oltre per dare risposte agli studenti!

Spiace constatare come figure fondamentali nella crescita culturale di una collettività, si rimangino la parola data, immolando un impegno assunto sull’altare di una ‘presunta’ inadempienza finanziaria, provando a privare il nostro territorio dell’offerta formativa universitaria. Mi riferisco al rettore dell’Università di Catania e alla sua inversione a 180 gradi rispetto agli impegni assunti in un tavolo con il rappresentante del MIUR e quelli del Consorzio Universitario e che volevano la prosecuzione, sino ad esaurimento, dei corsi di studi in Agraria e Giurisprudenza per gli studenti iscritti a Ragusa, senza costringerli a ‘migrare’ a Catania.

Esattamente quello che il rettore sta concedendo agli studenti catanesi iscritti in Lingue!!! Mi preme ringraziare il Prefetto di Ragusa, dott.ssa Giovanna Cagliostro e il Prefetto di Catania, dott.ssa Francesca Cannizzo, per quanto fatto per scongiurare la deleteria scelta attuata dal rettore. In entrambe ho ancora una volta trovato disponibilità verso il nostro territorio e grande attenzione verso i problemi dei ragazzi ancora iscritti ai due corsi di laurea e verso le loro famiglie. Apprezzo gli sforzi del Consorzio Universitario nell’onorare gli impegni presi in quell’incontro con MIUR e rettore, nel cercare una soluzione al problema e ringrazio ogni suo componente, a cominciare dal presidente Enzo Di Raimondo per quanto fatto, dimostrando che da queste parti, nessuno si rimangia la parola data! Ad altri la responsabilità del voltafaccia contro gli studenti ragusani.

Ma siccome non è possibile continuare a dialogare parlare con chi è ‘volontariamente’ sordo e non rispetta la parola data, si deve andare oltre, percorrendo una strada alternativa nell’offerta universitaria in provincia, sinora data dall’Università di Catania e adesso da essa stessa negata dopo ondivaghi atteggiamenti. Sono molti gli atenei di dentro e fuori Sicilia interessati e le soluzioni già da subito non mancano; esse sono importanti, possibili e percorribili in tempi oltremodo ragionevoli e per questo siamo già al lavoro con l’obiettivo di evitare ai nostri studenti condizioni disagevoli di studio, facendo in modo che completino il loro corso di laurea dove l’hanno cominciato, ovvero qui! In questo senso apprezzo molto l’impegno che sta profondendo la Provincia Regionale di Ragusa, mentre mi lascia alquanto dubbioso l’assordante silenzio che arriva dal comune di Ragusa che è socio del Consorzio Universitario ed alla cui amministrazione, con in testa il sindaco, sembra importare nulla la questione universitaria e delle traversie cui andranno incontro studenti e famiglie dei ragazzi di Giurisprudenza ed Agraria se non si troverà soluzione. Forse distratto da ‘grandi questioni’ (manovre finanziarie, leggi elettorali, scali aeroportuali e magari la crisi libica piuttosto che l’economia statunitense e le borse mondiali!) il sindaco di Ragusa ha fatto nulla per la questione-università, stupendo per un silenzio assordante ed ingiustificato. Evidentemente la formazione culturale delle nuove generazione della sua città e di questo territorio non è in cima ai suoi pensieri…

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