giovedì 12 giugno 2008

Un’ennesima tragica vicenda delle morti sul lavoro

Sono 370 le vittime degli ultimi 5 mesi, 1.300 morti lo scorso anno, a fronte delle 4.000 all’anno in tutto il resto dell’Europa dei 25. Sono numeri che ci devono far riflettere. È necessario un intervento mirato, uno sforzo in più, una sinergia tra le parti sociali, gli imprenditori e le istituzioni per diffondere condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche, nei cantieri dove basterebbe poco per evitare queste tragedie. Prevenzione, sicurezza, formazione ed informazione: queste le priorità che bisogna inseguire.
La tragedia di Mineo è devastante. Sono vicino alle famiglie dei lavoratori rimasti uccisi nel depuratore: Giuseppe Zaccaria, Giovanni Natale Sofia, Giuseppe Palumbo, Salvatore Pulici, Salvatore Smecca e Salvatore Tumino. Mentre invito chiunque sia attore interessato a cercare una via di uscita al dramma delle morti bianche; mi impegno in prima persona ad intervenire, in modo tempestivo ed esauriente, per la salvaguardia di un diritto inalienabile che è quello alla vita. Il diritto al lavoro non può e non deve pregiudicare il diritto alla vita. A lavorare si deve andare per vivere e non per morire.