giovedì 23 dicembre 2010
mercoledì 22 dicembre 2010
giovedì 16 dicembre 2010
Il Governo Nazionale mantiene gli impegni. Il decreto interministeriale è firmato. L’apertura dello scalo di Comiso è più vicina. Non è il momento dei personalismi, ma di condividere il percorso verso l’obiettivo
La firma sul decreto di competenza del Ministero dell’Economia apposta
ieri pomeriggio dal Ministro Giulio Tremonti, esaurisce le competenze
del Governo Nazionale nel percorso che porta all’apertura dell’aeroporto
di Comiso nell’estate del prossimo anno e dimostra, semmai ce ne fosse
ancora di bisogno (ma a sentire qualcuno, evidentemente ce ne è ancora
di bisogno…), la grande attenzione che il Governo di Roma ha per il Sud,
la Sicilia e, nello specifico, la provincia di Ragusa. È questo l’atto
finale assolto nei tempi e nei modi annunciati e senza ritardi, che
dimostra come il Governo non abbia mai avuto remora alcuna ad assolvere
ad ogni cosa di sua competenza e ad ogni suo dovere, per raggiungere
quello che è un grande obiettivo di un intero territorio e della sua
gente: l’apertura dell’aeroporto di Comiso.
Sono i fatti le uniche cose che contano. Non certo gli sproloqui. Ed i fatti dicono che gli impegni sono stati rispettati, al di là delle facili strumentalizzazioni argomentate da qualcuno. Adesso però, come classe dirigente della provincia di Ragusa, dobbiamo innanzitutto evitare sul nascere l’idea della polemica ed occuparci piuttosto, di accelerare il passo verso l’obiettivo finale: l’apertura dello scalo la prossima estate. La pietra militare posta nel luglio del 2009 con il mio emendamento sostenuto e firmato da una vasta parte della deputazione siciliana di ogni schieramento e che ha posto all’attenzione del Governo la centralità della questione aeroporto di Comiso (prevedendone anche l’impegno economico, ovvero i finanziamenti che serviranno ad avviare l’infrastruttura nella sua prima fase operativa) e le firme sui decreti di competenza dei ministeri dell’Economia, della Difesa e dei Trasporti che confermano come lo scalo sia di interesse nazionale, sono gli elementi cardine su cui deve poggiarsi adesso ogni azione di chi ha creduto sin dall’inizio all’idea che Comiso e la provincia di Ragusa potessero avere davvero l’aeroporto.
Sono i fatti le uniche cose che contano. Non certo gli sproloqui. Ed i fatti dicono che gli impegni sono stati rispettati, al di là delle facili strumentalizzazioni argomentate da qualcuno. Adesso però, come classe dirigente della provincia di Ragusa, dobbiamo innanzitutto evitare sul nascere l’idea della polemica ed occuparci piuttosto, di accelerare il passo verso l’obiettivo finale: l’apertura dello scalo la prossima estate. La pietra militare posta nel luglio del 2009 con il mio emendamento sostenuto e firmato da una vasta parte della deputazione siciliana di ogni schieramento e che ha posto all’attenzione del Governo la centralità della questione aeroporto di Comiso (prevedendone anche l’impegno economico, ovvero i finanziamenti che serviranno ad avviare l’infrastruttura nella sua prima fase operativa) e le firme sui decreti di competenza dei ministeri dell’Economia, della Difesa e dei Trasporti che confermano come lo scalo sia di interesse nazionale, sono gli elementi cardine su cui deve poggiarsi adesso ogni azione di chi ha creduto sin dall’inizio all’idea che Comiso e la provincia di Ragusa potessero avere davvero l’aeroporto.
martedì 14 dicembre 2010
Soddisfatto per la firma del Ministro Matteoli. L’apertura dell’aeroporto di Comiso è sempre più vicina
Sono particolarmente soddisfatto dell’avvenuta firma in sede di
Ministero dei Trasporti, di un altro step che conduce verso l’apertura
dell’aeroporto di Comiso.
La firma del Ministro Altiero Matteoli dimostra da un lato che avevo ragione quando dicevo che l’iter stava proseguendo nei modi e nei tempi corretti e previsti e dall’altro che l’attenzione di questo Governo sull’aeroporto di Comiso non è neppure per un momento venuta meno, nonostante l’attuale situazione politica a livello nazionale.
Sottolineo anche la decisione dell’onorevole Pippo Digiacomo di recedere dal suo proposito di protestare incatenandosi ai cancelli del Ministero; un metodo d’azione che continuo a non condividere ma che, ed è giusto dirlo, dimostra l’impegno del parlamentare comisano ed il modo in cui si sta spendendo perché si possa raggiungere, tutti insieme come lui stesso ha di recente sottolineato, lo straordinario risultato per la città di Comiso e per l’intera provincia, che è l’apertura dell’aeroporto.
Da parte mia confermo assolutamente il mio impegno a seguire l’iter verso l’apertura dello scalo, ad incalzare quanti di competenza ad apporre le ultime firme sui decreti ed a continuare nel mio impegno parlamentare verso il risultato finale, consapevole che oggi c’è bisogno di fatti veri e reali, come quelli messi in atto dal Ministro Matteoli e sottolineati anche dall’onorevole Digiacomo e non di annunci di incontri e di proclami campati in aria e poggiati sul nulla.
La firma del Ministro Altiero Matteoli dimostra da un lato che avevo ragione quando dicevo che l’iter stava proseguendo nei modi e nei tempi corretti e previsti e dall’altro che l’attenzione di questo Governo sull’aeroporto di Comiso non è neppure per un momento venuta meno, nonostante l’attuale situazione politica a livello nazionale.
Sottolineo anche la decisione dell’onorevole Pippo Digiacomo di recedere dal suo proposito di protestare incatenandosi ai cancelli del Ministero; un metodo d’azione che continuo a non condividere ma che, ed è giusto dirlo, dimostra l’impegno del parlamentare comisano ed il modo in cui si sta spendendo perché si possa raggiungere, tutti insieme come lui stesso ha di recente sottolineato, lo straordinario risultato per la città di Comiso e per l’intera provincia, che è l’apertura dell’aeroporto.
Da parte mia confermo assolutamente il mio impegno a seguire l’iter verso l’apertura dello scalo, ad incalzare quanti di competenza ad apporre le ultime firme sui decreti ed a continuare nel mio impegno parlamentare verso il risultato finale, consapevole che oggi c’è bisogno di fatti veri e reali, come quelli messi in atto dal Ministro Matteoli e sottolineati anche dall’onorevole Digiacomo e non di annunci di incontri e di proclami campati in aria e poggiati sul nulla.
lunedì 13 dicembre 2010
domenica 12 dicembre 2010
Gazebo del Pdl per dire sì al GOVERNO del FARE
Vedere già di buon mattino tanta gente avere voglia di firmare nei due
gazebo a Scicli e Ragusa che il Popolo della Libertà ha voluto in questa
provincia, a soli due giorni dal 14 dicembre quando, ne sono certo, il
Parlamento darà ancora forza al “Governo del fare”, quello di Silvio
Berlusconi, mi riempie d’orgoglio come dirigente provinciale e uomo
delle istituzioni che appartiene a questo grande partito. In questi
giorni, ogni dirigente, ogni simpatizzante, ogni espressione
istituzionale, ogni donna o uomo che si sente parte attiva del Popolo
della Libertà, ogni Italiano che ha a cuore le sorti del Paese e sa
quanto abbiamo fatto in due anni e mezzo di Governo, ha in testa
un’unica priorità: quella di mettere la firma in calce ad un documento
che è simbolo e segno concreto del sostegno all’azione politica e
governativa del nostro Premier.
La gente che sta firmando nei due gazebo di Scicli e Ragusa, sono la realizzazione vera di quella “democrazia partecipata” e di quel “coinvolgimento della base” che hanno ragion d’essere nella mia azione politica e che ho sempre propugnato. I gazebo di oggi sono la chiamata a raccolta che arriva ad ognuno di noi direttamente dal nostro Presidente per dare forza alla sua azione che continuerà, ne sono certo, anche dopo il voto d’aula del 14 dicembre, perché nessun ostacolo, nessuna scelta basata solo sull’antagonismo personale può essere un freno ad un lavoro importante e utile per il Paese che questo Governo e il suo capo Silvio Berlusconi sta portando avanti.
La gente che sta firmando nei due gazebo di Scicli e Ragusa, sono la realizzazione vera di quella “democrazia partecipata” e di quel “coinvolgimento della base” che hanno ragion d’essere nella mia azione politica e che ho sempre propugnato. I gazebo di oggi sono la chiamata a raccolta che arriva ad ognuno di noi direttamente dal nostro Presidente per dare forza alla sua azione che continuerà, ne sono certo, anche dopo il voto d’aula del 14 dicembre, perché nessun ostacolo, nessuna scelta basata solo sull’antagonismo personale può essere un freno ad un lavoro importante e utile per il Paese che questo Governo e il suo capo Silvio Berlusconi sta portando avanti.
giovedì 9 dicembre 2010
Domenica 12 dicembre saremo in due piazze iblee per dire SI a Silvio BERLUSCONI ed al suo GOVERNO del FARE
Questo fine settimana, quegli Italiani che abbiamo voluto essere
governati da questa maggioranza e che crediamo che fare sia meglio che
parlare, siamo chiamati a rinnovare la fiducia al nostro Governo. Alla
vigilia dell’importante voto in Parlamento del 14 dicembre, organizziamo
una grande mobilitazione nazionale, da Nord a Sud, a favore della
prosecuzione dell'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi. In provincia
di Ragusa, saranno allestiti i gazebo per confermare il grande consenso
ottenuto dal nostro partito alle Politiche del 2008, sia a Ragusa in
Piazza Libertà che a Scicli in Piazza Municipio. Una raccolta di firme a
sostegno dell'azione di governo per non tradire il mandato degli
elettori.
Vi do appuntamento nelle piazze di Scicli e Ragusa per dire SI ad un Governo che in questi due anni e mezzo di legislatura ha raggiunto importanti risultati, che non si è fermato di fronte alle difficoltà e che ha lavorato nell’interesse del nostro Paese, che non si è perso fra gossip di bassa lega e tradimenti, che ha agito sempre e solo nell’esclusivo interesse degli Italiani, che è stato coerente con le responsabilità che il mandato elettorale c’ha imposto, che lavora ogni giorno, parlando poco e facendo tantissimo.
Vi do appuntamento nelle piazze di Scicli e Ragusa per dire SI ad un Governo che in questi due anni e mezzo di legislatura ha raggiunto importanti risultati, che non si è fermato di fronte alle difficoltà e che ha lavorato nell’interesse del nostro Paese, che non si è perso fra gossip di bassa lega e tradimenti, che ha agito sempre e solo nell’esclusivo interesse degli Italiani, che è stato coerente con le responsabilità che il mandato elettorale c’ha imposto, che lavora ogni giorno, parlando poco e facendo tantissimo.
lunedì 6 dicembre 2010
Incontro a Comiso del PdL
Ho incontrato stamattina i consiglieri comunali del PdL Romano e Campo
ed i nostri ex assessori del comune di Comiso, con l’unico obiettivo di
discutere come un grande partito come il nostro, la cui unica
prerogativa è quella del coinvolgimento e della partecipazione, non può
essere leso nella sua unità e nella sua rappresentanza da errori
commessi da altri.
Nel corso dell’incontro ho condiviso le remore espresse in questi giorni alla luce di quanto va accadendo. Con Giancarlo Cugnata, poi, ho affrontato le delicate questioni che lo hanno portato, insieme ad un folto gruppo di suoi sostenitori e nostri iscritti, ad autosospendersi dal partito, come gesto di richiamo verso i doveri che noi dirigenti del PdL dobbiamo assolvere. L’ho invitato a rivedere questa sua posizione e ne ho condiviso le riflessioni, chiedendogli però, di esternarle e di discuterne dentro il partito e non dall’esterno. E questo perché figure come la sua sono importanti, portano idee e contribuiti alla crescita del PdL.
Presenti all’incontro anche il presidente del consiglio provinciale Occhipinti, il vice presidente della provincia Carpentieri e alcuni iscritti al PdL.
Faccio mio anche l'appello che alcuni giorni fa importanti esponenti del nostro partito hanno fatto in merito alla verifica alla provincia e ad un maggiore coinvolgimento dei quadri dirigenti del partito. Ritengo che gli incontri di stamattina non solo saranno in futuro forieri di ottime cose per il PdL ibleo, ma sono già adesso portatori di elementi interessanti di riflessione che, come coordinatore provinciale del PdL, faccio miei a partire da subito.
Nel corso dell’incontro ho condiviso le remore espresse in questi giorni alla luce di quanto va accadendo. Con Giancarlo Cugnata, poi, ho affrontato le delicate questioni che lo hanno portato, insieme ad un folto gruppo di suoi sostenitori e nostri iscritti, ad autosospendersi dal partito, come gesto di richiamo verso i doveri che noi dirigenti del PdL dobbiamo assolvere. L’ho invitato a rivedere questa sua posizione e ne ho condiviso le riflessioni, chiedendogli però, di esternarle e di discuterne dentro il partito e non dall’esterno. E questo perché figure come la sua sono importanti, portano idee e contribuiti alla crescita del PdL.
Presenti all’incontro anche il presidente del consiglio provinciale Occhipinti, il vice presidente della provincia Carpentieri e alcuni iscritti al PdL.
Faccio mio anche l'appello che alcuni giorni fa importanti esponenti del nostro partito hanno fatto in merito alla verifica alla provincia e ad un maggiore coinvolgimento dei quadri dirigenti del partito. Ritengo che gli incontri di stamattina non solo saranno in futuro forieri di ottime cose per il PdL ibleo, ma sono già adesso portatori di elementi interessanti di riflessione che, come coordinatore provinciale del PdL, faccio miei a partire da subito.
sabato 4 dicembre 2010
Cominciamo a pensare ad un’alternativa a questo Sindaco
Come coordinatore provinciale del Popolo della Liberta e sapendo di
rappresentare anche il pensiero dell’altro coordinatore provinciale,
alla luce di ciò che è accaduto ieri a Comiso, affermo ufficialmente che
il Popolo della Libertà non può più sostenere il sindaco Giuseppe Alfano.
Invito, quindi, gli esponenti del nostro partito che sono stati
chiamati a far parte di questa giunta, a non accettare l’invito o se ne
resteranno componenti, lo faranno a titolo esclusivamente personale e
non in rappresentanza del PdL!
Non è giustificabile che nella fase di rivisitazione dell’organigramma dell’amministrazione, il sindaco Alfano abbia agito ignorando ogni principio del dialogo politico fra alleati, umiliando uomini importanti e capaci del PdL, imponendo veti personali che non avevano ragion d’essere e che peraltro sono frutto di suoi tanto repentini quanto ingiustificati cambi di idee. Abbiamo accettato la richiesta del sindaco di dare adito ad una giunta tecnica, andando a sacrificare chi, nella sua squadra assessoriale, aveva lavorato bene e peraltro era diventato assessore dopo aver ottenuto il consenso delle urne come consigliere comunale. Visti i nomi della sua nuova giunta, persone stimabili e professionalmente valide, è però spontaneo chiedersi come essa si possa definire “tecnica”, visto che è comunque formata da espressioni indicate dalla politica. E, a dimostrazione di ciò, l’UdC ha annunciato oggi che i suoi due assessori non si presenteranno nelle riunioni del nuovo organismo scelto da Alfano!
Non è giustificabile che nella fase di rivisitazione dell’organigramma dell’amministrazione, il sindaco Alfano abbia agito ignorando ogni principio del dialogo politico fra alleati, umiliando uomini importanti e capaci del PdL, imponendo veti personali che non avevano ragion d’essere e che peraltro sono frutto di suoi tanto repentini quanto ingiustificati cambi di idee. Abbiamo accettato la richiesta del sindaco di dare adito ad una giunta tecnica, andando a sacrificare chi, nella sua squadra assessoriale, aveva lavorato bene e peraltro era diventato assessore dopo aver ottenuto il consenso delle urne come consigliere comunale. Visti i nomi della sua nuova giunta, persone stimabili e professionalmente valide, è però spontaneo chiedersi come essa si possa definire “tecnica”, visto che è comunque formata da espressioni indicate dalla politica. E, a dimostrazione di ciò, l’UdC ha annunciato oggi che i suoi due assessori non si presenteranno nelle riunioni del nuovo organismo scelto da Alfano!
giovedì 2 dicembre 2010
Ogni protesta è legittima; ma nessuna protesta può legittimare la violenza
Ogni protesta è legittima; ma nessuna protesta può legittimare la violenza.
Momenti di tensione, scontri, lanci di pietre e bottiglie, blitz nelle
istituzioni, linee ferroviarie bloccate, traffico mandato in tilt,
nuocciono, prima d’ogni cosa al paese e ai cittadini, soprattutto a chi
lavora per rendere l’Italia migliore. Quello che è successo in molte
città italiane sono solo atti violenti che non possono avere alcuna
legittimazione. I ragazzi scendono in piazza perché è giusto esprimere
le proprie idee, condivisibili o meno. Ma mi chiedo: si ha la
consapevolezza di quello che si fa o si protesta solo perché si è
“vittima” di un messaggio strumentalizzato?
La protesta deve essere spontanea e consapevole; mai spinta e pilotata. Spero che non siano molti quelli che protestano senza sapere il perché. Se la riforma della scuola e dell’Università è stata fatta, non è perché è calata dall’alto ma perché c’è un sostanziale consenso sulla stessa sia dentro che fuori il mondo della scuola! 400 firme di docenti lo dimostrano. A parte chi strumentalizza ogni cosa, sale sui tetti insieme a chi protesta e all’ultimo gradino, scivola pure (che sia una sorta di cartina tornasole del suo partito???), rispetto chi ha deciso di scendere in piazza per dire con forza le proprie ragioni. Non rispetto chi ha strumentalizzato ed aborro la violenza!
Invito però i giovani a guardare oltre, a capire meglio, ad esempio, se l’urlo di protesta dell’Università è di chi la vive o di chi l’ha usata sinora per baronati, nepotismo e propri interessi. L’invito che faccio (ho 32 anni e penso di parlare praticamente la stessa lingua dei giovani del nostro Paese), è di non fermarsi alle strumentalizzazioni, perché i ragazzi di questo Paese, i giovani sono nel vivo dell’azione del Governo.
La protesta deve essere spontanea e consapevole; mai spinta e pilotata. Spero che non siano molti quelli che protestano senza sapere il perché. Se la riforma della scuola e dell’Università è stata fatta, non è perché è calata dall’alto ma perché c’è un sostanziale consenso sulla stessa sia dentro che fuori il mondo della scuola! 400 firme di docenti lo dimostrano. A parte chi strumentalizza ogni cosa, sale sui tetti insieme a chi protesta e all’ultimo gradino, scivola pure (che sia una sorta di cartina tornasole del suo partito???), rispetto chi ha deciso di scendere in piazza per dire con forza le proprie ragioni. Non rispetto chi ha strumentalizzato ed aborro la violenza!
Invito però i giovani a guardare oltre, a capire meglio, ad esempio, se l’urlo di protesta dell’Università è di chi la vive o di chi l’ha usata sinora per baronati, nepotismo e propri interessi. L’invito che faccio (ho 32 anni e penso di parlare praticamente la stessa lingua dei giovani del nostro Paese), è di non fermarsi alle strumentalizzazioni, perché i ragazzi di questo Paese, i giovani sono nel vivo dell’azione del Governo.
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