venerdì 18 dicembre 2009

I restauratori siciliani penalizzati dal bando ministeriale. Il Deputato Nino Minardo presenta un’interrogazione al Ministro Bondi

“Tanti lavoratori siciliani non potranno partecipare alla prova di idoneità prevista per l’acquisizione delle qualifiche di Restauratore dei Beni Culturali e di Collaboratore dei Beni Culturali”. Lo afferma l’on. Nino Minardo, che ha presentato un’interrogazione al Ministro per i Beni e le Attività Culturali sollecitato da un gruppo di restauratori e dalla CISL della provincia di Ragusa. “Il decreto n° 53 del 2009 recante il regolamento che disciplina le modalità di svolgimento della prova di idoneità utile all’acquisizione di tali qualifiche – dichiara Minardo - ha introdotto alcuni requisiti d’accesso esigibili solo da pochi lavoratori tra i tanti che invece hanno costituito e che tuttora costituiscono la colonna portante negli interventi di restauro, avendo acquisito la propria esperienza nel lavoro sul campo, come in molti casi si è verificato nella Regione Sicilia, senza il riconoscimento di qualifiche contrattuali utili al conseguimento della qualifica di restauratore come previsto dal regolamento. L’applicazione di questi requisiti – continua il Deputato - determinerebbe la penalizzazione di moltissimi candidati siciliani e una sostanziale disparità di trattamento derivante ad esempio dalla partecipazione dei potenziali candidati a corsi formativi regionali diversi tra loro per contenuti e durata. Per questo – conclude Minardo - ho già richiesto un incontro urgente con il Ministro Bondi per sottoporre alla sua attenzione la possibilità di rivedere alcuni criteri al fine di armonizzare le situazioni eterogenee che hanno caratterizzato finora l’accesso alle attività di restauro nel nostro Paese ed in particolare in Sicilia”.

Facebook e i Social Network

Si discute molto in questi giorni di Facebook, di un socialnetwork che, a mio parere, è uno strumento eccellente e positivo per creare una società virtuale di confronto e di riflessione.

Come per ogni cosa, anche la migliore, se se ne fa un uso distorto, se ne mortifica il senso e lo si immiserisce.

Io mio invito è quello di utilizzarlo con prudenza e raziocinio... Ma io penso che nella società del terzo millennio, Facebook sia un luogo importante di aggregazione dove raccontare episodi di vita vissuta che possono essere di aiuto proprio nel confronto delle idee e delle opinioni.

Anche diverse e civilmente contrapposte.

mercoledì 16 dicembre 2009

Il Governo ha accolto la proposta dell’on.le Nino Minardo che potrebbe dare ampio respiro ai produttori di latte della provincia di Ragusa

È stato accolto l’ordine del giorno presentato dal deputato Nino Minardo, nel corso dell’esame in Parlamento della legge finanziaria 2010, con il quale si chiede di valutare l’opportunità di consentire ai produttori di latte di riportare l’importo dovuto al 31 dicembre 2009 sulle rate successive.
“La legge 30 maggio n. 119 recante la riforma della normativa di applicazione del prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero caseari - dichiara Minardo - ha introdotto la possibilità che il versamento del prelievo complessivamente dovuto e non versato venga effettuato in forma rateale, ma il mancato versamento anche di una sola rata comporta la decadenza del beneficio della rateizzazione ed il contestuale obbligo dell’immediato versamento dell’intero debito residuo. Oggi, la crisi economica, che da diversi mesi penalizza gravemente l’intero settore agricolo, ha messo in serie difficoltà il comparto zootecnico e i numerosi produttori che nella provincia di Ragusa rappresentano il 53% della produzione lattiera complessiva siciliana. Per questo ho chiesto al Governo - conclude Nino Minardo - che più volte ha già confermato la sua attenzione verso il settore agricolo e zootecnico, di consentire ai produttori, che da tempo danno corretta applicazione alla normativa sul prelievo supplementare, di riportare l’importo dovuto al 31 dicembre 2009 sulle rate successive senza incorrere in particolari penalizzazioni”.

martedì 15 dicembre 2009

Giovedì 17 dicembre il CIPE approverà il progetto per la Ragusa-Catania. È il passo decisivo verso i lavori per un'infrastruttura attesa da anni e finalmente reale

Giovedì prossimo, 17 dicembre il CIPE darà corso al finanziamento per l’ammodernamento a quattro corsie della Ragusa-Catania. Si porta a compimento, così come promesso dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al CIPE On.le Gianfranco Miccichè, l’iter che porterà nel concreto all’avvio della costruzione di un’arteria fondamentale per la provincia di Ragusa e per l’intero sistema infrastrutturale della Sicilia Orientale. L’atto che sarà prodotto dopodomani, chiude l’iter nei modi che l’On.le Miccichè aveva garantito in tempi non sospetti. E’ motivo per me di grande soddisfazione essere arrivati ad un traguardo per il quale in molti hanno lavorato e che permetterà alla nostra provincia di dotarsi di un’arteria, attorno a cui si sono sprecati nel tempo fiumi di parole e di vane promesse e che solo attraverso l’intervento concreto del CIPE arriva alla sua meta. Già la scorsa settimana avevo richiesto una relazione dettagliata al CIPE da cui si evinceva che tutti i passaggi propedeutici si erano conclusi. Per questo ho chiesto personalmente venerdì scorso all’Onorevole Miccichè di mantenere quanto ci aveva promesso e cioè di inserire il progetto dell’ammodernamento della Ragusa-Catania all’ordine del giorno della prima riunione utile del comitato.
Ho appena ricevuto comunicazione ufficiale dal Sottosegretario Miccichè con la conferma che all’ordine del giorno della seduta del CIPE convocata per giovedì 17 dicembre alle h. 8.30, è inserita l’approvazione del progetto preliminare della Ragusa-Catania. Non posso a questo punto far altro che manifestare tutto il mio piacere per come si è arrivati a questo risultato e garantire il mio impegno a seguire passo dopo passo ogni adempimento che porterà nei tempi previsti, all’inizio dei lavori per la nuova Ragusa-Catania.

lunedì 14 dicembre 2009

Concordo con l'amministrazione comunale. Non serve creare false aspettative. Ad oggi, per tutelare il cioccolato di Modica ed i suoi produttori, c'è solo il marchio collettivo geografico

Condivido la posizione del Sindaco di Modica, del suo Vice e dell’assessore allo sviluppo economico in riferimento a quanto dichiarato alla stampa dal Presidente della Camera di Commercio Giuseppe Tumino, dopo la riunione di giovedì a Roma sul futuro del Cioccolato di Modica. Serve a nulla creare false aspettative con frasi che hanno come unico esito quello di non aiutare i produttori ed il territorio. Quanto detto alla stampa dal Presidente della Camera di Commercio rischia di ingenerare l’impossibile attesa di una denominazione IGP che il Cioccolato di Modica non può avere.
Il presidente Tumino, come ogni componente della delegazione che ha incontrato giovedì a Roma i funzionari del Ministero, ha ascoltato dalla loro viva voce che la strada dell’IGP per il Cioccolato di Modica è assolutamente impraticabile, cosa che peraltro mi risulta lui ed il suo ente sapessero da mesi. Il nostro lavoro deve essere finalizzato all’ottenimento della tutela del prodotto e del territorio da cui esso proviene e per fare questo l’unica via percorribile oggi, è quella che ci hanno indicato giovedì: il Marchio Collettivo Geografico, che da garanzia ai nostri produttori, al territorio e, di conseguenza, ai consumatori. Anche l’idea dell’STG è inaccessibile e per due motivi: uno perché non tutela il territorio e l’altro perché il Cioccolato di Modica non possiede i requisiti tecnici per ottenerla.
Il riferimento ed il paragone che il presidente Tumino fa, in tal senso, alla Pizza Napoletana (che ha ottenuto proprio in questi giorni l’STG e non l’IGP come lui sostiene) è improponibile perché questo marchio di garanzia, come ci è stato detto giovedì, è stato dato alla Pizza ALLA Napoletana, che deve presentare solo determinate caratteristiche di forma e contenuto ma che, proprio per quel “ALLA”, può essere fatta a Napoli come in qualunque altra parte del Mondo (cosa che peraltro già avviene) e dunque senza tutela per il territorio di produzione, che è base garante del lavoro dei nostri produttori.

giovedì 10 dicembre 2009

Finalmente chiarezza sulla tipicità del cioccolato modicano. Si intraprende la strada del ‘Marchio Geografico Collettivo’ riconosciuto a livello europeo

Si è appena concluso l’incontro al Ministero delle Politiche Agricole che ha visto il deputato Nino Minardo accompagnare la delegazione iblea, composta dal Presidente della Camera di Commercio di Ragusa Pippo Tumino, dal Segretario Generale Carmelo Arezzo, dal Presidente del Consorzio di Tutela Antonino Spinello, dal Vice Presidente Carmelo Di Lorenzo, dal consigliere provinciale Silvio Galizia e dal Vice Sindaco di Modica Enzo Scarso, per affrontare la questione della salvaguardia d’origine del cioccolato modicano. Nell’incontro fortemente voluto dall’onorevole Minardo con i funzionari responsabili per la qualità dei prodotti agricoli, ed in particolare con il Dr. Varese che segue da tempo questa problematica, si è fatta finalmente chiarezza sull’iter che si è portato avanti da anni senza giungere mai ad una reale e concreta soluzione.
“Dispiace constatare che il lavoro fatto fino adesso rischia di non servire a nulla - dichiara Nino Minardo - Oggi, infatti, è stato ribadito che la strada del riconoscimento IGP per il cioccolato di Modica non è assolutamente percorribile e, come già accaduto per altri prodotti similari, la Comunità Europea respingerebbe tale richiesta non essendo il cioccolato inserito tra i prodotti che possono avere tale riconoscimento. L’incontro, piuttosto, è stato fondamentale per individuare un percorso alternativo - continua il Deputato - che potrebbe tutelare il cioccolato attraverso il ‘Marchio Geografico Collettivo’ riconosciuto a livello europeo. Tale marchio ha la funzione di informare il consumatore sull'origine, sulla natura e sulla qualità dei prodotti contrassegnati e può contenere dei nomi geografici impedendone quindi la sua produzione in altre località.