venerdì 1 aprile 2016

Pronto soccorso di Modica in tilt, sette ambulanze in coda, niente barelle e pazienti che abbisognano di urgente assistenza. Cosa aspetta ad intervenire l’assessore regionale alla Salute?





Quanto accaduto nel pomeriggio al pronto soccorso di Modica non  è degno di un paese civile, c’è solo da indignarsi ! Non è più consentito far sentire ogni abitante di questa provincia cittadino di serie “Zeta”.

Nel giro di pochissime ore sono stato contattato da diversi utenti che si lamentavano di quanto stava accadendo nel presidio di emergenza-urgenza del Maggiore. La situazione ha superato ogni limite: problema cronico di carenza di personale, file estenuanti, locali inadeguati, ambulanze in coda, ben sette arrivate da Modica, Pozzallo e Scicli, e niente barelle. Un quadro desolante e assurdo che fa diventare il diritto alla salute per ogni cittadino un diritto astratto. Il poco personale a disposizione, medici e infermieri, non può sopperire alle situazioni normali, figuriamoci per i casi eccezionali come quello di oggi; personale che sta facendo il possibile e l’impossibile per dare la massima e celere assistenza ma purtroppo non basta perché a questo aggiungiamo il fatto che  le barelle sono in numero esiguo, forse “inesistente” , tanto che molti pazienti sono rimasti nelle ambulanze mentre altri, all’interno del pronto soccorso, erano in attesa di assistenza già dalle prime ore di stamani; locali inadeguati, non sufficienti a ospitare il flusso di utenza. Poche poltrone, solo una stanzetta con ammassati due lettini; persino insufficienti le sedie a rotelle. Una tale quantità di persone rende poi ingovernabile anche l’igiene. Code estenuanti, tensione alle stelle e tutto il sistema in tilt.  Scene apocalittiche! 
 A tutto questo sommiamo le disfunzioni del servizio 118 che avendo ricevuto 7 chiamate di intervento avrebbe potuto smistare le emergenze in altri pronto soccorso della provincia. Vero è che le ambulanze vengono indirizzate dalla centrale operativa di Catania  negli ospedali in base al tipo di problema dell’utente ma è ancor più grave dirottarle verso un pronto soccorso dove per ricevere  assistenza si deve aspettare ore e ore in queste condizioni, quando sappiamo che è importante l’immediatezza del primo soccorso per salvare una vita.
Non bastano più le parole che ci annunciano “presto nuovi locali” oppure “presto arriverà nuovo personale!” Tutti si prendano le loro responsabilità, a cominciare dall’Assessore Regionale alla Salute che invece di incartarsi in pastoie burocratiche  si dia una smossa per sbloccare il potenziamento di organico nel pronto soccorso, richiesto da tempo da più parti.
In sanità i disservizi a catena comportano caos, disordini e disgrazie a catena! Non ci impressioniamo se poi si continua a parlare di malasanità e le responsabilità sono ben chiare!

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