venerdì 1 giugno 2012

Tre proposte di legge per contribuire a dare una boccata di ossigeno alla situazione economica di famiglie e piccole imprese

In un momento economicamente difficile e che nasconde prospettive incerte, c’è la necessità di provvedimenti legislativi che diano certezze presenti e possibilità concrete future.
In questo senso, sono cofirmatario, assieme ad altri trenta parlamentari, di tre proposte di legge, la prima delle quali riguarda la necessità di prevedere la partecipazione del sistema bancario al peso che la crisi economica ha gettato sulle spalle di tutti i cittadini con l’introduzione dell’IMU. La famosa ‘Legge Amato’ prevedeva la separazione definitiva delle Fondazioni bancarie dagli Istituti di credito ma ad oggi delle 88 Fondazioni esistenti solo 18 non hanno partecipazioni negli istituti di credito e, secondo i dati forniti dal catasto, i terreni di proprietà delle Fondazioni bancarie risulterebbero 712 e gli immobili 1.572, di cui una parte già godono delle agevolazioni fiscali relative ai palazzi storici. La proposta di legge vuole non solo vuole eliminare le esenzioni previste per le Fondazioni bancarie, in quanto azioniste degli stessi Istituti di credito, ma, sempre con riferimento all’IMU, vuole introdurre una significativa deroga al sistema delle garanzie contrattuali relative ai mutui per l’acquisto della prima casa. Chi, infatti, ha acquistato la propria casa tramite un mutuo bancario non solo è ‘sotto’ ipoteca ma deve anche pagare l’IMU, che costituisce un pesante aggravio e per molti un peso insostenibile.

Un altro intervento riguarda la ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali. La proposta vuole sospendere disposizioni che investono i numerosissimi lavoratori che ad oggi, se possono vantare un’anzianità contributiva ed un’età anagrafica sufficienti a realizzare il diritto alla pensione, di fatto, sono impossibilitati ad esercitare tale diritto perché gli oneri di ricongiunzione sono spesso troppo alti (si può arrivare anche a dover pagare 300.000 euro!). Io credo che questo non sia consentibile e c’è una proposta per rivedere il percorso e consentire ammortizzazioni economiche più percorribili. L’attuale crisi non esula neanche le piccole medie imprese che costituiscono il vero tessuto economico-produttivo italiano.

La terza proposta di legge prevede la possibilità di utilizzo dell’IVA per cassa alle micro imprese con volume di affari fino ad 1 milione di euro e alle imprese di sub-fornitura. Questa proposta ha come destinatari le micro imprese non più fino a 200.000 euro, ma fino ad 1 milione di euro di volume di affari, e amplia, senza limiti di volume d’affari, la possibilità di accedere all’IVA per cassa alle imprese di sub-fornitura.
Inoltre, sono previste delle garanzie supplementari per i crediti fiscali dello Stato verso le imprese, annunciando che nell’ambito del fallimento le imposte dovute abbiano la precedenza anche sugli altri crediti privilegiati. Questo per sopperire alla problematica che in caso di fallimento dell’impresa, i tempi di recupero dell’IVA si prolungano vistosamente, rendendo aleatoria sia la certezza che l’entità della somma recuperata.
Si sta attraversando un periodo di grave recessione economica e per il prossimo biennio le proiezioni di crescita riportano un segno negativo. In questo contesto, le tre proposte costituiscono soluzioni concrete e necessarie per dare un po’ di ossigeno all’Italia.

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