lunedì 4 giugno 2012

“P” maiuscola come Politica. “P” maiuscola come Partito


 Il Partito resti il presidio di democrazia dove costruire
 la vera Politica per la gente partendo dagli errori commessi

Nei giorni a venire, abbiamo in agenda una serie molto serrata di incontri che ci porteranno, in tempi rapidi, a creare un ‘movimento di pensiero’ che vuole  iniziare il suo percorso dal basso e vuole essere la prima risposta concreta alle domande più frequenti dei cittadini. Contemporaneamente, ha la voglia di porre le basi per costruire un’azione politica diversa che migliori quella dei partiti, che li riavvicini al Cittadino, alla Città, alla Provincia, alla Regione e che dia nuovo vigore alla visione dei partiti quali ‘presidi di democrazia’ e non, come sono diventati adesso, luoghi avulsi della realtà quotidiana.

Io -e chi con me sta gettando le fondamenta di questo movimento di pensiero che vuole generare idee nuove e reali- credo nella Politica, diffido da chi crea movimentismo o a proprio uso e consumo o, ancor peggio, basato sul populismo spiccio che produce ‘antipolitica‘ di facciata ed utile solo a ingenerare fenomeni di disaffezione alle Istituzioni anche pericolosi, accelerando processi che disgregano il Paese. Nè vale rinnegare oggi la propria storia, la propria esperienza, il proprio vissuto; chi lo fa, non si ‘rigenera’ ma diventa solo protagonista di un trasformismo che verrà duramente punito, a tutti i livelli, dall'elettorato.
Non è momento di fughe in avanti, di tentativi di delegittimare il proprio passato; è invece il momento di una serena ma severa autocritica che ridia credibilità alla politica ed al nostro ruolo, senza paura nel guardare in faccia, per quanto spiacevole sia, la realtà; ma consapevoli ed orgogliosi anche del nostro impegno e delle tante cose buone fatte in questi anni. Chi non è orgoglioso del proprio passato non può aspirare al futuro ma si iscrive di diritto alla categoria degli opportunisti.

I partiti, così come sono adesso però, hanno bisogno di rifondarsi, di rigenerarsi, di fare un bel bagno di umiltà, di capire che i cittadini li vogliono come punti di riferimento e non come elementi a se stanti ed autoreferenti. Ciascuno dei nostri concittadini, ha bisogno di sentire da chi fa politica, parole concrete che parlano delle cose che servono, che non continuino a proporre malsane manovre o ‘fusioni’che generano confusione.

C’è bisogno che la politica affronti i problemi veri: la mancanza di lavoro, i dubbi del presente e l’incertezza del futuro. Chi cavalca la protesta, cerca l’onda per viaggiare più veloce ma non crea i presupposti per dare risposte; chi parla ‘contro’, esaurisce gli argomenti presto. Il fuoco fatuo non è Politica con la ‘P’ maiuscola; è sintesi del nulla. Io credo che chi come noi oggi fa e vuole fare politica, deve avere il coraggio -mi si passi il termine- di metterci la faccia e di ascoltare; ma poi, subito dopo, deve saper dare risposte. Oggi più che mai!

Questo avrebbe dovuto essere un principio assoluto della politica; invece lo abbiamo dimenticato, tutti: i partiti e la politica. E i partiti si migliorano attraverso ‘espressioni di pensiero’ come quella che noi vogliamo far nascere. Deve, insomma,  nascere una nuova stagione della politica, una nuova generazione che non è solo anagrafica ma di freschezza ideale e di proposta al di là dell’età. Una stagione fatta di IDEE NUOVE, di PENSIERI NUOVI, che abbia una visione della politica più vicina alla gente e meno all’orticello. Un pensiero che affronti i problemi e ne dia le soluzioni.
I presidi di democrazia esistono senza bisogno di inventarne nuovi. Sta a noi fare in modo che funzionino senza indulgere in tatticismi, alchimie e senza continuare a lanciare messaggi o disfattisti o autoreferenziali. Noi adesso ci proviamo sul serio e in questi giorni metteremo nero su bianco le nostre idee, il loro nome e il loro obiettivo.

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