martedì 12 giugno 2012

Aeroporto di Comiso. Apriamo al mercato europeo ed internazionale. E’ assurdo il silenzio dello Stato!



E' arrivato il momento di scelte alternative per l'aeroporto di Comiso, se vogliamo immaginare un futuro per lo scalo, nonostante l'evidente ostilità dello Stato.
Scelte che rivolgano l'attenzione ai capitali privati, coniugando tale ricerca con la vocazione del nostro territorio e con le imminenti sfide che ci propone l'avvio dell'Area Mediterranea di libero scambio.
Per tali ragioni propongo immediatamente all’assemblea dei soci della Soaco di predisporre e rendere esecutivo un avviso pubblico, rivolto non solo al mercato europeo e nazionale, ma anche ai Paesi Arabi e del Nord Africa, finalizzato alla manifestazione di disponibilità, da parte di investitori di quei paesi, per partecipare all'azionariato dell'aeroporto, ma soprattutto per dare prospettive credibili al piano finanziario che lo deve governare.
Tanto più che proprio in quell'area geografica, in forte crescita economica e disponibile ad investire in Europa, si può concretizzare il mercato di riferimento per il sistema intermodale dei trasporti che ruota attorno a Comiso ed al suo aeroporto.
Al Ministero chiedo “almeno” di dare il via libera alla firma della convenzione con l’Enav, in modo da poter utilizzare oggi  il contributo già stanziato dalla Regione e dopo due anni poter usufruire di capitali privati.

Attendere messianicamente una risposta dello Stato, che abbiamo oramai capito non arriverà mai, tantomeno in tempi cosi difficili per le casse pubbliche, o è sintomo di ingenuità, che non mi sento di condividere, o rischia di apparire solo un modo per far campagna elettorale indossando indifferentemente i panni dell'opposizione o del governo, pur di ergersi ad improvvisati paladini.
E’ assurdo questo silenzio di fronte ad una struttura fatta e completa che necessita solo della copertura finanziaria per i servizi di assistenza al volo.
E’ tempo di scelte coraggiose e chiare, ma soprattutto è tempo di proposte vere per dare alla collettività le risposte che ci si aspetta da una politica che deve rigenerarsi.

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