giovedì 24 marzo 2016

Dobbiamo ridurre i tempi di permanenza dei profughi nei centri di accoglienza per garantire la sicurezza delle nostre città.



Un plauso agli agenti della Questura di Ragusa che, grazie alla costante e capillare attività investigativa sul fronte terrorismo,  hanno sequestrato una sorta di  passaporto dell'Isis ad un 21enne siriano sbarcato a Pozzallo come attestato di fedeltà per viaggiare all'estero e ottenere aiuto e protezione in nome dell'Isis. 

Ottimo il lavoro svolto dalle forze dell’ordine con il fattivo coordinamento del Ministero dell’Interno, ma è necessario intervenire anche su altri fronti come ad esempio nella riduzione drastica dei tempi di permanenza dei migranti, ospitati nei centri di accoglienza,  che sono in attesa  di sentenza di appello a causa dei ricorsi contro il diniego dell’asilo; tutto ciò contribuisce ad alimentare il bacino della manovalanza delinquenziale, del lavoro nero, del rischio della formazione dei quartieri ghetto, della sicurezza e naturalmente maggiori costi.  Ho chiesto tutto ciò al Governo rilevando l’opportunità di avviare iniziative legislative, oltre a quelle già adottate, per la riduzione dei tempi e la semplificazione delle procedure per la richiesta del diritto d’asilo. 
Il diritto di asilo è riconosciuto dalla nostra Carta Costituzionale; il nostro ordinamento prevede che la richiesta di diritto di asilo sia effettuata attraverso l’esame delle  Commissioni territoriali e per i casi di  diniego il cittadino straniero può rivolgere la domanda di asilo alla Commissione nazionale. Raramente quindi si procede all'espulsione dei diniegati, anche se, in assenza di ricorsi, si tratta di persone soggiornanti irregolarmente nel nostro Paese. Clandestini, in altri termini, che rischiano di essere  lasciati in un'area grigia  a volte anche  per l'assenza di accordi bilaterali con diversi dei Paesi di provenienza. 

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