mercoledì 18 giugno 2014

Il fenomeno della contraffazione ha assunto grandi dimensioni estendendosi ad ogni settore produttivo. Mettere in atto azioni di contrasto a tutela dei produttori e consumatori.

“La pratica della contraffazione di diverse tipologie di prodotti oggetto dell’interrogazione che ho presentato ai Ministri dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole, alimentari e forestali, chiedendo l’attuazione di iniziative ancor più incisive per eliminare il fenomeno,  nei settori di rispettiva competenza, che comporta una notevole perdita sia per l’erario che in termini di crescita dell’ occupazione.

La contraffazione, infatti, danneggia non solo le imprese, che subiscono riduzioni di fatturato e possibili pregiudizi di immagine, ma anche i consumatori, allorquando ritengano di acquistare come originali prodotti che non lo sono e per gli eventuali rischi alla salute connessi, ed i lavoratori, che vedono ridursi le offerte "regolari" di lavoro. 
I dati statistici parlano chiaro: nel 2013 sono stati oltre 130 milioni i prodotti contraffatti sequestrati recanti falsa indicazione d’ origine o pericolosi per la salute, con una crescita superiore al 25 per cento rispetto al 2012. I sequestri hanno riguardato tutte le tipologie di prodotti : dall’abbigliamento, ai giocattoli, dall’elettronica, ai beni di consumo tra cui cosmetici, pezzi di ricambio per auto e prodotti per l’ igiene. Per quanto riguarda il mercato alimentare la contraffazione e la falsificazione  dei prodotti alimentari made in Italy fa perdere all’ Italia oltre 60 miliardi di fatturato. C’ è in atto un salto di qualità dell’agropirateria internazionale che è arrivata a colpire i prodotti più rappresentativi dell’identità alimentare nazionale ed in particolare di quella siciliana con danni economici e di immagine insostenibili per tutto il comparto. Una situazione che danneggia pesantemente sia le imprese agricole sia i consumatori. I primi effetti di un mercato viziato sono, infatti, il crollo dei prezzi pagati all’ origine agli imprenditori agricoli ( che in molti casi non arrivano a coprire i costi di produzione) ed il ricarico anomalo ed eccessivo dei prezzi di consumo. 
Alla luce di ciò ho anche chiesto se non sia necessario utilizzare le risorse disponibili onde consentire ai consumatori di prendere decisioni di acquisto più informate  anche attraverso l’educazione e una maggiore sensibilizzazione del pubblico mediante i mezzi di comunicazione”.

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