mercoledì 11 gennaio 2012

Incontro con i vertici dell’ANAS oggi in Prefettura. Limitare l'obbligo delle catene da neve solo in caso di condizioni meteo che ne determinino la necessità

Ritengo cosa estremamente positiva l’incontro che oggi pomeriggio avverrà all’Ufficio Territoriale di Governo con i tecnici dell’ANAS per discutere l’inopinato obbligo delle ‘catene a bordo’ per chi percorre in auto le strade che uniscono Modica e Ragusa.
Ritengo importante e, come detto, estremamente positivo il fatto che l’ANAS, con i suoi vertici regionali, abbia finalmente accettato il confronto ‘de visu’ sulla controversa questione e che possiamo ascoltarne le motivazioni dalla loro voce.
Ho chiesto fino a questa mattina all'ANAS di revocare il provvedimento e nel rispetto del codice della strada e a garanzia della sicurezza limitare l'obbligo delle catene da neve solo in caso di condizioni meteo che ne determinino la necessità e non come imposizione ‘sine ratione’ com’è adesso.
Il rispetto assoluto di regole e norme vigenti come quelle imposte dal Codice della Strada, che servono a garantire la sicurezza stradale, sono le condizioni fondamentali del buon vivere sociale ed unico vero ‘asse’ di ragionamento sulla questione. Dall’altra parte, però, penso sia inevitabile ribadire che l’obbligo di avere comunque ed in ogni condizione di tempo le catene a bordo nelle nostre auto, appare assolutamente inconcepibile in una Terra come la nostra dove, grazie a Dio, il sole è la quotidianità e la neve un’eccezione a scadenza pluriennale!!!

E la gente di questa provincia, in modo civile ed anche attraverso i social network - che sono stati ‘cartina tornasole’ del malcontento generale - ha già chiarito quale pensiero abbia sulla faccenda…
Siccome il dialogo è alla base di ogni civile confronto ed è anche quella condizione fondamentale che abbiamo chiesto all’ANAS, auspico che non ci sia strumentalizzazione di sorta da parte di alcuno nel confronto odierno, che si rivedano posizioni preconcette ed ostative al confronto e che rischiano di irrigidire i termini del dialogo e di provocare atteggiamenti di scarso costrutto.
L’obiettivo deve essere quello del bene comune e non della vetrina personale o, ancor peggio, della ‘facile’, inutile (ed anche dannosa) autoreferenzialità che approfitta di un problema per adoperarlo a proprio uso e consumo d’immagine.

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