Sottolineo con grande piacere la nomina di Angelino Alfano a segretario
politico del Popolo della Libertà. Una nomina che conferma l’assoluta
bontà della politica nuova, giovane e vivace dell’onorevole Alfano e la
straordinaria fiducia che ripone su di lui tutta la classe dirigente del
partito. Perché Angelino Alfano incarna da un lato le virtù
dell’uomo politico che sa crescere ed imporsi all’interno delle regole
di un partito, regalando ad esso il proprio impegno e le proprie
capacità e dall’altro ne rispetta i dettami e le peculiarità e il suo
essere risorsa. Un esempio che arriva da un uomo della politica
giovane e che traccia il percorso futuro del Paese e del PdL. Tutto
questo accade a pochi giorni dal voto amministrativo in questa provincia
e più in generale in Sicilia e nel Paese, che mi impone delle
riflessioni. E sono riflessioni che mi inducono da un lato a manifestare
soddisfazione per la complessiva tenuta (ed in alcuni casi apprezzabile
avanzamento) del PdL siciliano e dall’altro, però, inclinano sulla
necessità che il partito, globalmente, si riassetti al suo interno,
inizi a percorrere tragitti diversi dal recente passato, riconquisti
fiducia e partecipazione della gente ed eviti derive anche dialettiche,
che poi provocano reazioni ‘punitive’ nelle urne.
Nello
specifico, poi, del nostro territorio, come co-coordinatore provinciale
del Popolo della Libertà, sottolineo con piacere l’affermazione
eccellente di Nello Dipasquale, che si è riconfermato sindaco di Ragusa
con oltre il 57% dei consensi e di una coalizione di centrodestra che,
unita e compatta, ha saputo raccogliere il consenso dei ragusani,
garantendosi, attraverso lo scorporo di chi non ha raggiunto la soglia
minima di accesso al consiglio, ben 19 consiglieri. Un segnale che per
il Sindaco Nello Dipasquale dimostra che lavorare bene paga, che la
città ti è vicina se hai saputo dare le risposte che chiedeva e che il
successo alle urne è la testimonianza ideale di ciò che sei stato per la
tua gente e di grande fiducia su ciò che potrai continuare a fare per
loro. La traccia politica dell’ampio consenso alle liste del
centrodestra unito, da il senso compiuto di come la compattezza sia
valore aggiunto e che, in questo senso, mi induce a fortificare il mio
impegno a compattare sempre più il fronte di tutti i partiti la cui
matrice di centrodestra è indiscutibile e che ritengo elemento
essenziale nel progetto politico della nostra coalizione in vista delle
elezioni provinciali.
A Vittoria, invece, siamo ancora
impegnati nella competizione per la sindacatura, con l’obiettivo di dare
alla città un’alternativa dopo anni di governo di sinistra e con la
volontà di farlo. In questo senso, ogni lettura numerica dei voti della
nostra lista va rapportata, nei suoi esiti, al ballottaggio ed al
risultato del secondo turno anche se mi piace sottolineare alcuni
eccellenti performance che confermano, in quella città, una classe
dirigente giovane ed importante, che ha ottime prospettive di crescita e
di affermazione insieme al resto della coalizione. Come PdL ibleo,
però, dobbiamo porci delle domande e darci risposte perchè ci sono esiti
che ci ampliano margini di dubbio su azioni messe in atto e che non
hanno soddisfatto le attese generali e particolari. E lo stiamo facendo
ad ogni livello sia sulla scorta dei numeri delle liste del PdL che di
quelli ottenuti da altre liste che sono state con noi in questa campagna
elettorale o, in minima parte, di quelle nostre avversarie. E dobbiamo
porceli come classe dirigente, senza inebriarci dei risultati positivi o
immalinconirci per quelli non in linea con le attese.
Ritengo
che il partito (ed il PdL in questo senso è certezza alla mia
convinzione) sia l’unico luogo ideale di crescita politica e di
affermazione di un’idea, di un progetto e dei singoli uomini chiamati a
compierli. Ed ognuno che vive all’interno di un partito lo sa e ne deve
prendere saggiamente atto sia nei momenti difficili che quando il
percorso è roseo. E questo perché nel cammino della politica, un
partito può anche incespicare ma ha gambe salde per rimettersi in sesto.
Ecco perché come ‘co-coordinatore’ provinciale del PdL affronto una
serena riflessione in queste ore sui dati ottenuti a Ragusa e Vittoria;
li sviscero, li confronto con me stesso e con gli altri dirigenti del
PdL, pongo in essere l’analisi della campagna elettorale in ogni suo
aspetto, verifico gli errori commessi, quelli che si potrebbero
commettere, esamino gli aspetti positivi e le eccellenze emerse e penso
che ogni cosa ha valore esatto se ha un’analisi assoluta e non relativa e
se viene fatta a medio e lungo termine e non nell’euforia
dell’immediatezza. Perché la politica dà sempre un ‘domani’ a chi
vince e a chi perde una campagna elettorale. E l’intelligenza e la
sagacia del buon politico che è o vuol essere classe dirigente, è sapere
che il DOMANI E’ SEMPRE PIU’ IMPORTANTE DELL’OGGI…
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