venerdì 28 marzo 2014

La legge sull’abolizione delle province non prevede nessun risparmio. L’unica cosa che si elimina sono i rappresentanti eletti dal popolo.

Non voterò il DDL sull’abolizione province che tra qualche giorno sarà all’esame della Camera. Sono contrario a questa “riforma”, peraltro legiferata con un provvedimento confuso e approssimativo, che di fatto non porta nessun risparmio; è solo un altro spot che inneggia alla spending review, oggi molto di moda, ma che di fatto non semplifica, né sburocratizza e come detto non taglia i costi.

Sarebbe stato più corretto lavorare su una riforma che rafforzava gli enti, ne rivedeva le competenze pensando a dimezzare il numero degli eletti e della giunta e delle loro indennità. Questo sarebbe stato senz’altro un segnale concreto di tagli alla spesa pubblica senza togliere ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti locali. Oppure avrebbe avuto più senso parlare dell’abolizione delle province passando le loro attuali competenze ai comuni. 
La legge che approderà alla Camera invece è una finta abolizione delle province, l’unica cosa abolita è la possibilità di avere rappresentanti eletti dal popolo che saranno sostituiti da altri nominati, aumenteranno costi e confusione istituzionale nei territori. Pressappoco come accaduto all’Assemblea Regionale Siciliana dove è stata approvata una legge che ha abolito nove enti locali creandone oltre venti, che affida ad un’altra legge le norme relative alle competenze e alla strutturazione vera e propria dei liberi consorzi di comuni, dando origine ad incertezze e poca concretezza.

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