mercoledì 3 ottobre 2012

Aeroporto di Comiso: Solo quando la convenzione con ENAV sarà firmata potremo "gioire". Il candidato governatore sottoscriva un "patto con la provincia di Ragusa"

La notizia del sì alla convenzione da parte del Ministero dell’Economia -semmai vera e confermata-, sarebbe sicuramente un fatto positivo anche se in colpevole ritardo.
I fatti degli ultimi mesi ed il continuo tergiversare attorno a problemi tecnici sempre ‘nuovi’ ed ‘inattesi’, ci devono indurre a tanta prudenza e a gioire di un nostro diritto solo nel momento in cui la convenzione sarà realmente firmata!
Il nostro territorio e noi Gente iblea, siamo stanchi di quella che è divenuta una telenovela anche noiosa e senza fine. Noi pretendiamo che il nostro aeroporto, pronto da due anni, apra prima di diventare vecchio e obsoleto e vogliamo che diventi il simbolo di una Sicilia che vuole reagire e vuole svilupparsi e non, come adesso, di una Sicilia rassegnata ed in ginocchio!
In un momento in cui la gente è sfiduciata -e ne ha tutte le ragioni!- e mentre ‘imperversa’ la campagna elettorale, chiediamo, quindi, al nostro candidato governatore, di sottoscrivere un patto con noi, con la Gente iblea, in cui si impegna a finanziare per i prossimi cinque anni i costi dei servizi di assistenza al volo per l’aeroporto.

Per l'aeroporto, così come per l'autostrada Siracusa-Gela, i cui lotti che percorrono la nostra provincia sino a Scicli sono già finanziati da decenni ma per inadempienze tecniche ed impegni di spesa che mancano da parte della regione non si riesce ad appaltare, per il porto di Pozzallo affinché venga inserito nel piano delle "autostrade del mare", etc... chiederemo di sottoscrivere pubblicamente un patto che abbia come unico obiettivo quello di trasformare promesse astratte in concreti impegni, definendo i tempi ed i modi per aggredire ciascuna delle emergenze del territorio ibleo.

Non siamo più disposti a dare fiducia a scatola chiusa; chiediamo atti concreti che diano al nostro territorio il giusto riscatto dopo anni di silenzi e di false promesse.
Mettiamo la parola fine al passato, ma nel contempo si mettano in campo azioni utili a motivare una classe dirigente già scarsamente gratificata dalle scelte regionali in materia di rappresentanza.

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