Il Sindaco di Modica, che evidentemente non ha ben compreso le
indicazioni date dal rappresentante del Governo Monti giunto a Modica
per partecipare all’incontro tecnico, vorrebbe trascinarmi in una
polemica che non mi appartiene, non mi appassiona e, soprattutto, non
risolverebbe il problema; anzi il rischio concreto, insistendo in
logiche demagogiche ed inattuabili, è che mentre si cerchi una cura
possibile per il malato, questi muoia.
Visto che Buscema non ha avuto
la pazienza di studiare con attenzione la “legge delega” che prevede il
riordino delle circoscrizioni giudiziarie a livello nazionale, penso
sia opportuno ricordarne un passaggio saliente: nessuna deroga è ammessa
in assenza del rispetto dei parametri fissati dal provvedimento
normativo; né, in alcun modo, la Direzione Generale del Ministero, cui è
demandata tecnicamente (e non politicamente!) l’attuazione della delega
ha il potere di avallare eccezioni o strumenti alternativi.
Detto
questo, e ricordato che il provvedimento interessa decine di tribunali
in tutto il territorio nazionale, ciascuno dei quali si ritiene
portatore di condizioni di eccezionalità che ne potrebbero cambiare il
destino, a noi, responsabilmente, spetta solo il compito di agire
all’interno delle soluzioni possibili. Dette soluzioni sono note e sono
state indicate dallo stesso Sottosegretario nell’incontro di Modica,
atteso che nessuna disponibilità all’allargamento della circoscrizione,
peraltro insufficienti a colmare i parametri numerici, è mai giunta
ufficialmente al Ministero.
Anzi, svelerò il segreto di Pulcinella
dicendo che mai le strutture giudiziarie del versante siracusano, ed in
particolar modo quelle più vicine al capoluogo aretuseo, hanno espresso
apprezzamento per la proposta.
Nessuna previsione normativa è
prevista rispetto alla qualità delle infrastrutture o alla possibilità
che le Regioni esprimano parere sulla riorganizzazione vincolante, o
solo consultivo. Per queste ragioni chi vuole continuare a sostenere
posizioni demagogiche faccia pure, sapendo però che si rischia di
compromettere anche quelle competenze residue degli uffici giudiziari
modicani che possiamo ancora salvare e tutelare.
L’alternativa,
per essere chiari, è tra lavorare per mantenere la sezione civile a
Modica, o perdere tutto; senza alternative o scorciatoie, escluse anche
dal Sottosegretario che ho personalmente risentito oggi e che mi ha
confermato la posizione del Governo anche dopo la visita di sabato
scorso a Modica.
Il senso di responsabilità che anima il mio
mandato parlamentare mi impone di lavorare su proposte serie e coerenti,
e soprattutto di percorrere ogni strada utile a salvaguardare la storia
ed il significato sociale della presenza degli uffici giudiziari a
Modica. Nessuno potrà però costringermi a sostenere tesi suicide solo
per raccogliere qualche applauso o per accreditare la battaglia di
quanti sanno di sostenere soluzioni impossibili. Non farei onore al mio
ruolo, ma soprattutto alla mia città.
Per queste ragioni penso sia
opportuno, invece, con serietà e con coerenza, approfittare del tavolo
tecnico presso il Ministero che, ricordo, è già in programma per il
prossimo 24 aprile, per ottenere il migliore risultato possibile per
Modica ed il suo tribunale; il risultato migliore possibile e non quello
che ciascuno di noi, per i suoi legittimi interessi o le sue
aspirazioni, immagina.
Lascio ad altri la responsabilità di
continuare ad alimentare il contenzioso con un governo tecnico che ha
dimostrato più volte di attuare le riforme senza tenere conto di
interessi locali e di piccole beghe, senza accettare mediazioni o
compromessi, tanto più quando questi violerebbero la volontà di norme
approvate, a suo tempo, dal Parlamento.
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