martedì 23 agosto 2011

“Il mio ringraziamento per il lavoro delle Forze dell’Ordine che garantiscono la sicurezza al CPT di Pozzallo. La mia solidarietà agli agenti e ai militari feriti nei disordini”

Vorrei manifestare tutta la mia solidarietà ed il mio rispetto ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine, impegnati nei servizi di presidio e controllo al Centro di Prima Accoglienza del porto di Pozzallo e che ieri sono stati impegnati, con il consueto senso del dovere, a garantire l’ordine durante i momenti di tensione provocati dagli ospiti della struttura.
Il loro impegno e la loro abnegazione ha permesso di sedare praticamente sul nascere, una tensione che, anche alla luce degli scenari internazionali di queste ore, avrebbe potuto avere conseguenze ben più serie.
E nessuno delle nostre forze dell’orine si è posto minimanete il problema della propria incolumità, pur di riportare la situazione immediatamente sotto controllo.

Una solidarietà ed un ringraziamento particolare ai cinque tra militari ed agenti rimasti feriti durante quei momenti di grande agitazione ed ai quali manifesto la mia totale vicinanza e tutto il mio apprezzamento.
Ritengo però che quanto accaduto non solo ieri ma anche in un recente ed in un più remoto passato, dimostri come questa struttura sia assolutamente inadatta ad ospitare un numero così importante di clandestini e come essa sia solo un posto tanto utile quanto TEMPORANEO e non possa essere adoperato per lungo tempo e con tanti ‘ospiti’ così come accade adesso.
Faccio dunque, ancora una volta appello al Ministero degli Interni perché si proceda in tempi stretti alla creazione di condizioni migliori di accoglienza e di permanenza, evidenziando come sinora non ci siano stati episodi gravi solo per l’eccellente ed incessante lavoro di controllo messo in atto dalle forze di polizia che però, è giocoforza destinato a non avere sempre la stessa efficacia se esse stesse non vengono messe in condizione di operare in modo consono; un appello, il mio, che serve a prevenire i problemi prima che essi diventino poi difficili da risolvere e con conseguenze ben più pesanti di quanto già gravi non siano adesso.

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