venerdì 5 agosto 2011

Fra GENTILUOMINI, prima ancora che fra ISTITUZIONI, i patti si mantengono e si RISPETTANO! Nessuno si convinca che siamo una provincia ‘babba’

Mi hanno insegnato che una stretta di mano ed un patto mantenuto, valgono più di mille contratti. E se il ‘patto’ è stretto e mantenuto fra gentiluomini, la forza d’esso è ancora più marcata! Evidentemente, però, a qualcuno giova fare ‘orecchio da mercante’ e magari pensare di prendere in giro un territorio e le sue rappresentanze istituzionali…

E’ da quattro giorni che cerco in ogni modo di ‘parlare’ con il rettore dell’Università di Catania per capire cosa abbia determinato la sua clamorosa ‘retromarcia’ rispetto al MANTENIMENTO DI QUEGLI IMPEGNI CHE EGLI STESSO AVEVA ASSUNTO verso gli studenti iblei che frequentano Giurisprudenza e Agraria e che DEVONO consentire loro la chiusura del corso di studi in questa provincia. Purtroppo il telefono del rettore squilla invano e questo mi da contezza che ci sia da parte sua l’impossibilità a spiegare perché non mantiene gli impegni che aveva detto di voler assolvere a patto e condizione che il C.U.I. mantenesse i propri, ovvero quelli di saldare le spettanze arretrate all’Università di Catania. Cosa puntualmente fatta!

Era il 24 giugno, se memoria non mi inganna, quando attorno ad uno stesso tavolo il Presidente del C.U.I., il rappresentante del M.I.U.R. ed il rettore assunsero ognuno per proprio conto, impegni reciproci. Il C.U.I. li ha mantenuti, il Ministero pure! CHI NON LO STA FACENDO E’ IL RETTORE RECCA e spero che questo non stia a significare mancanza di rispetto verso i nostri studenti (a cui non viene concesso il sacrosanto diritto allo studio), verso le loro famiglie e verso un intero territorio ed un’intera provincia, bistrattata in modo inatteso ed ingiustificato.

Mi sono già messo in contatto con S.E. il Prefetto di Ragusa Francesca Cannizzo che ancora una volta ha mostrato il suo IMMUTATO SENSO DI AFFEZIONE alla nostra provincia ed alla sua Gente, attivandosi proprio perché venga garantito il diritto al completamento degli studi in questa provincia, dei nostri ragazzi iscritti in Giurisprudenza ed Agraria, cosi come sancito un mese e mezzo fa in quel ‘tavolo’ di confronto a Catania.

Adesso tocca a noi, classe politica e dirigente, mostrare saldezza e compattezza, far capire a chi ‘gioca’ (e giova…) delle nostre divisioni, che chi rappresenta questa provincia non si diletta nel triste gioco dello ‘scaricabarile’ quando deve ottenere ciò che le è dovuto. Perché se qualcuno si è convinto (e purtroppo c’è già chi, da queste parti, ci sta… provando!) che la soluzione al problema sia quella di addossare ad altri le responsabilità, sappia che questo è il modo migliore per far ‘vincere’ chi vuole male alla provincia di Ragusa e vuole prenderla in giro, trovando ‘complicità’ più o meno consapevole in chi è in perenne campagna elettorale non contro l’avversario politico ma, questa volta, CONTRO GLI STUDENTI UNIVERSITARI IBLEI, LE LORO FAMIGLIE E UN’INTERA PROVINCIA. Il mio è un appello alla coesione ed all’ORGOGLIO DI APPARTENENZA AD UN TERRITORIO, che abbatte gli steccati politici e partitici.

L’appello ai soci del Consorzio Universitario di Ragusa (cui va riconosciuto il merito di avere assolto in modo eccellente in modi e tempi a quanto di proprio dovere) è quello di far sentire la propria voce e la propria azione in maniera ancora più forte e ‘convincente’ verso il rettore. Io non starò in silenzio. Siamo in grado di percorrere altre strade attraverso contatti con altre università siciliane per garantire il diritto allo studio dei nostri studenti. Ma nessuno si illuda di poterci prender in giro e di poterlo fare in modo così smaccato.Siamo sempre pronti a sederci attorno ad un tavolo, senza propositi belligeranti ma anche con la determinazione che non ci alzeremo fino a quando non sarà messo nero su bianco e NON SARANNO MANTENUTI GLI IMPEGNI. Ma per fare questo ed ottenere ciò che vogliamo c’è un solo passaggio obbligato: STARE UNITI.

E se qualcuno che vive e rappresenta la nostra provincia, non sarà di questa idea e continuerà a dilettarsi nel brutto gioco di scaricare ad altri ogni responsabilità, ne risponderà non certo all’avversario politico, ma alla Gente iblea, che sa bene ciò che vuole, come e quando ottenerlo e chi vuole impedire i suoi diritti.

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