Caro Presidente,
la crisi del Nord Africa esplosa all’inizio
dell’anno ha visto immediatamente in prima linea Lei personalmente, e il
Governo che presiede, impegnati a fronteggiare l’emergenza umanitaria, e
ad affrontare le ricadute che la stessa ha avuto e sta avendo in
Italia: prima fra tutte l’arrivo di oltre 20.000 migranti, quasi tutti
clandestini e (finora) quasi tutti provenienti dalla Tunisia.
L’Esecutivo italiano ha istituito un campo di accoglienza al confine fra
Libia e Tunisia, ha inviato aiuti materiali alle popolazioni di
Bengasi, e contestualmente ha intessuto intensi rapporti, dentro e fuori
l’UE, per attenuare i conflitti e individuare percorsi ragionevoli.
Questa emergenza, nella tradizione solidaristica della nostra Nazione,
ha visto e vede impegnati senza risparmio di energie e di generosità
appartenenti ai Corpi di polizia, ai Vigili del fuoco, alla Protezione
civile, alla Croce Rossa e al volontariato: ennesima riprova che gli
italiani non si tirano mai indietro in situazioni di crisi.
Questa
chiarezza è ora indispensabile, oltre ogni condizionamento ideologico. È
noto che le regioni sui cui territori si concentra la maggiore presenza
di centri per immigrati sono Sicilia, Puglia e Calabria: tra Centri di
accoglienza, Centri per richiedenti asilo e Centri di identificazione ed
espulsione, da vent’anni a oggi i tre quarti dei posti sono collocati
in queste tre regioni. Ciò avrebbe consigliato di tenerne conto per non
gravare ulteriormente su di esse. Constatiamo invece che la gran parte
delle tendopoli per accogliere i tunisini sono state realizzate nel Sud,
e in particolare in Sicilia e in Puglia, mentre i siti in altre aree
sono rimasti finora nella fase della enunciazione. Questo ha comportato,
e sta comportando, disagi e problemi: lo diciamo non in nome di una
rivendicazione territorialistica, in quanto i sottoscrittori di questa
nota provengono da tutta Italia. Lo diciamo perché siamo convinti che
l’emergenza va affrontata con un respiro nazionale, in virtù del quale
ognuno è chiamato a recitare la sua parte. La concentrazione delle
presenze in talune tendopoli – vale per tutti il caso di Manduria – o in
taluni centri – si pensi a Mineo – sta peraltro provocando problemi di
sicurezza, poiché la moltiplicazione delle fughe ha fatto sì che i
clandestini si disseminassero in tutta Italia: innumerevoli sono le
segnalazioni di reati da essi commessi.
Confidiamo che i
contatti da Lei direttamente avviati col nuovo Governo tunisino
ottengano il ripristino di quell’accordo di sicurezza che fino a tutto
il 2010 aveva impedito le partenze di clandestini dalla Tunisia. Al
tempo stesso però manifestiamo, a proposito della presenza in Italia di
un così rilevante numero di migranti irregolari, le medesime
preoccupazioni espresse da Alfredo Mantovano, che hanno portato alle sue
dimissioni da sottosegretario dell’Interno. Per questo Le chiediamo
che, in attesa che le relazioni fra Italia e Tunisia permettano di
giungere quanto prima a un nuovo blocco di flussi di clandestini e che
l’UE si accorga di quanto accade nel Mediterraneo:
a. il
Governo distribuisca immediatamente le tendopoli in modo equo e
proporzionato sull’intero territorio nazionale, senza continuare a
gravare soltanto sul Sud;
b. si costruiscano centri di
raccolta dei migranti di dimensioni più ridotte, evitando l’allestimenti
di “maxitendopoli”, per le quali è impossibile garantire la sicurezza
ed evitare le fughe di massa, come quelle a cui stiamo assistendo in
questi giorni. Va garantita una effettiva e stringente sorveglianza di
questi centri, per impedire ai clandestini di disperdersi senza alcun
controllo nell’intero territorio nazionale, in particolare nelle aree
vicine ai centri di accoglienza e nelle periferie delle grandi città,
annullando gli effetti di qualsiasi politica di contrasto dei flussi di
immigrati irregolari;
c. in questo contesto di sicurezza e
di controllo, nella constatata impossibilità di un celere rimpatrio
forzoso, si possono rilasciare permessi di soggiorno per motivi
umanitari ai tunisini che non abbiano comportamenti violenti e
dimostrino di avere delle destinazioni finali accertabili e sostenibili,
in base all’articolo 20 della legge sull’immigrazione (come è già
accaduto nel 1999 per l’emergenza Kossovo). La norma, come è noto,
permette che, di fronte a momenti di emergenza, il migrante irregolare
sia munito di un permesso valido per sei mesi, che – in virtù di
disposizioni europee – gli consente di muoversi anche nel territorio
dell’intera UE, e quindi – per esempio – di raggiungere familiari già
presenti in Nazioni diverse dall’Italia.
Nello spirito
costruttivo che deve connotare una grande forza politica come il PDL,
siamo certi che la Sua iniziativa istituzionale e politica terrà conto
delle nostre preoccupazioni e proposte.
Con profonda stima
Barbara
Saltamartini, Mario Landolfi, Francesco Bevilacqua, Maurizio Castro,
Gioacchino Alfano, Filippo Ascierto, Domenico Benedetti Valentini,
Deborah Bergamini, Isabella Bertolini, Laura Bianconi, Maurizio
Bianconi, Francesco Biava, Marco Botta, Battista Caligiuri, Giuseppina
Castiello, Basilio Catanoso, Bruno Cesario, Carlo Ciccioli, Salvatore
Cicu, Edmondo Cirielli, Manlio Contento, Gennaro Coronella, Nicolò
Cristaldi, Ida D’Ippolito, Marcello Di Caterina, Giovanni Dima, Cristano
De Eccher, Fabrizio Di Stefano, Giuseppe Fallica (Pdl- FdS), Renato
Farina, Enzo Fontana, Paola Frassinetti, Vincenzo Garofalo, Antonio
Gentile, Antonino Germanà, Gabriella Giammanco, Basilio Giordano,
Maurizio Iapicca (Pdl- Fds), Raffaele Lauro, Maurizio Leo, Giancarlo
Lenher, Gennaro Malgieri, Giuseppe Marinello, Giancarlo Mazzuca, Antonio
Mazzocchi, Riccardo Migliori, Antonino Minardo, Bruno Murgia,
Settimo Nizzi, Alessandro Pagano, Antonio Paravia, Vincenzo Piso, Marco
Pugliese (Pdl- Fds), Paolo Russo, Giacomo Santini, Souad Sbai, Vincenzo
Speziali, Francesco Stagno D’Alcontres (Pdl- Fds), Giacomo Terranova
(Pdl- Fds), Salvatore Torrisi, Raffaello Vignali, Marco Zacchera.
Nessun commento:
Posta un commento