In una politica confusa e confusionaria, interventi come quello di
mercoledì scorso del Presidente Silvio Berlusconi, hanno la capacità di
tradurre pensieri in azioni, di mettere i puntini sulle “i”, di
svelenire il clima con richiami alla coesione e non alle divisioni, di
convogliare gli atti verso il fare e non verso l’insulto, di non
esacerbare gli animi, di ridurre i livelli di dialettica alla…
dialettica e non allo scontro. Tutto questo, se queste parole sono
ascoltate con orecchio sapiente e non con animo cattivo (come invece
qualcuno continua ad avere, ignorando che, così facendo, si rischiano
conseguenze poi impossibili da fermare - e l’atto di un folle in
piazza Duomo qualche mese fa, evidentemente, non è servito a far capire
che parole come “stuprare la democrazia” esasperano le idee di chi non
ha pieno controllo di se…-).
Che la situazione della nostra politica, complessivamente intesa, da Roma a Palermo, passando attraverso anche realtà locali, sia difficile. Non è scoperta d’oggi. Lo sa chi, come me, ha responsabilità istituzionale e di governo. Ma è proprio in una fase come questa, che parole e pensieri moderati, che tendono verso il fare, che puntano a mettere da parte rancori e che invece mirano al target delle questioni, parole, insomma, come quelle pronunciate alla camera dal Presidente Berlusconi, hanno un significato politico forte, importante e fondamentale. Parole che uniscono e che lasciano a chi vuole solo gli estremismi e che diffidano da chi vive per rompere e nega nel suo pensiero e nel suo agire, la costruzione di un Paese migliore e più unito. Se poi queste parole hanno anche significati importanti per il lembo di Sicilia che mi onoro di rappresentare, allora il loro valore è ancora più forte per il sottoscritto.
Il
Presidente Berlusconi ha detto alla Camera che nei prossimi tre anni
saranno investiti circa 21 miliardi di euro nel Mezzogiorno. Il Sud, ed
in particolare la Sicilia, costituisce uno dei punti fondamentali dei
cinque punti del premier Berlusconi che ieri hanno ottenuto la fiducia
parlamentare. Il nostro Governo continua a dare priorità alle nostre
richieste di sviluppo, lecite e necessarie. Entro dicembre sarà
finalmente pronto il progetto esecutivo del ponte sullo Stretto di
Messina ed entro il 2013 ha assicurato che sarà dato il via ai lavori
per l’asse autostradale Ragusa – Catania e il raddoppio della
superstrada Agrigento-Caltanissetta. Da anni tutti ne hanno parlato,
tutti ne parlano, vane promesse, ma di fatto non è stato fatto niente.
Questo governo ha promesso e mantenuto completando il finanziamento
dell’opera lo scorso 22 gennaio 2010 quando Gianfranco Miccichè,
sottosegretario con delega al CIPE, ha dato il via libera. Lo stato
attuale dell’arteria Ragusa - Catania non risponde più ai livelli di
servizio e sicurezza necessari dai mutati scenari di traffico rispetto
all’epoca di realizzazione della strada e questo lo sappiamo da tempo. È
fondamentale colmare questo gap infrastrutturale, congiuntamente alla
realizzazione di altre importanti infrastrutture, e l’attuale Governo si
è mosso e continua a muoversi in questa direzione prevedendo anche il
miglioramento del sistema ferroviario che in Sicilia è veramente
deleterio.Che la situazione della nostra politica, complessivamente intesa, da Roma a Palermo, passando attraverso anche realtà locali, sia difficile. Non è scoperta d’oggi. Lo sa chi, come me, ha responsabilità istituzionale e di governo. Ma è proprio in una fase come questa, che parole e pensieri moderati, che tendono verso il fare, che puntano a mettere da parte rancori e che invece mirano al target delle questioni, parole, insomma, come quelle pronunciate alla camera dal Presidente Berlusconi, hanno un significato politico forte, importante e fondamentale. Parole che uniscono e che lasciano a chi vuole solo gli estremismi e che diffidano da chi vive per rompere e nega nel suo pensiero e nel suo agire, la costruzione di un Paese migliore e più unito. Se poi queste parole hanno anche significati importanti per il lembo di Sicilia che mi onoro di rappresentare, allora il loro valore è ancora più forte per il sottoscritto.
Il federalismo fiscale, la riduzione della pressione fiscale sulle famiglie, la lotta alla criminalità e al contrasto all’immigrazione clandestina, la riforma della giustizia ed il grande impegno per il Sud consentiranno al nostro Paese di progredire verso la direzione giusta… Siamo sulla buona strada. Siamo sulla strada del fare. Quella che percorriamo dal 2008. Anche se c’è qualche “cieco” testone che continua a far finta di non vedere!
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