Fa piacere vedere tanto interesse attorno all’aeroporto di Comiso in
queste settimane d’estate e notare come molti ed a vario titolo,
intervengano nel dibattito. Certo, stranisce un po’ il silenzio che c’è
stato in un passato recente e remoto ma prendo atto che finalmente la
provincia si è destata e che abbiamo sentito di tutto e da tutti.
Sarebbe grave però, che questo turbinio di parole in libertà, facesse
perdere di vista il vero nocciolo della questione ovvero la firma che la
Regione deve apporre in calce al protocollo d’intesa con lo Stato per
il passaggio delle competenze sul sedime aeroportuale e la sua
acquisizione con destinazione il comune, che è l’atto propedeutico
all’apertura dell’aeroporto di Comiso. E la Regione deve farlo presto,
entro settembre/ottobre e questo per un semplice motivo: perché è adesso
che gli aeroporti italiani stilano la cosiddetta “Campagna di
primavera”, ovvero la pianificazione dei voli dell’anno successivo da e
per gli scali del Paese, attraverso la contrattualizzazione con le
compagnie aeree.
Se, dunque, non ci sarà la firma adesso, dovremo
attendere almeno un anno in più per vedere in vita l’aeroporto di
Comiso, rispetto alla scadenza programmata di Pasqua 2011. E sarebbe
davvero un fatto increscioso, che vanifica lo sforzo di mesi e mesi per
convincere in sede ministeriale a dare il via libera alla firma del
protocollo, il vero nodo che blocca la nascita dell’aeroporto di Comiso.
Il mio emendamento dello scorso luglio, sostenuto dalla rappresentanza
parlamentare siciliana a Roma che permette il via allo scalo con la
copertura finanziaria per l’assistenza al volo garantita per tre anni
con i fondi dello Stato, come ha riconfermato anche in queste ore il
Presidente dell’ENAC Vito Riggio dicendo testualmente che “è stato fatto
un emendamento alla Finanziaria che prevede che per i primi tre anni
l'Enav deve obbligatoriamente svolgere il servizio”; e lo stesso
Presidente Riggio ha anche detto in modo chiaro che se si perde ancora
tempo “anche la prossima stagione sarà preclusa”, perché “i contratti
con le compagnie si fanno a novembre” e che “bisogna che il presidente
della Regione si convinca, magari sentendo i suoi uffici, e firmi”.
E’
il momento di fermare le polemiche e le parole e di agire. Per questo
rilancio l’idea di un tavolo tecnico provinciale permanente e ristretto,
che si dedichi alla sostanza e non alla passerella fine a se stessa,
che si dia un cronoprogramma, che monitori giorno per giorno quanto
fatto e quanto c’è da fare e che si riunisca anche con cadenza
settimanale; ed è una proposta che faccio in questa sede alla Camera di
Commercio, come ente in grado di coordinare l’attività di questo tavolo.
Ma il tempo dell’attesa e delle parole, questo sia chiaro, è
abbondantemente finito.
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