lunedì 1 agosto 2016

Liberi consorzi dei comuni: la Regione tiene il caos mentre non vengono più garantiti servizi essenziali.


Sui liberi consorzi dei comuni la Regione continua a non smentirsi per incapacità e approssimazione. Una legge presentata come la soluzione di tutti i mali e che, grazie all’ardire del legislatore, si è trasformata in assurdità con le sembianze della burla e soprattutto che ha causato danni non indifferenti ai territori. 

La ciliegina sulla torta è il voto del prossimo 11 settembre. Anche in questo caso non si sa come organizzare le elezioni perché ancora non  si è capito  per chi si voterà e quanto varrà la propria preferenza, punto fondamentale, soprattutto per i comuni che hanno visto i cambi in amministrazione con l’ultima tornata elettorale e che, di conseguenza, hanno meno consiglieri rispetto a chi non è stato coinvolto nelle ultime amministrative. Da più parti infatti si invoca il rinvio di queste elezioni con le conseguenze che tutti sappiamo: ancora commissariamento e stallo totale dei servizi di cui hanno stretta competenza i Liberi Consorzi; mi riferisco alle scuole, alla manutenzione stradale ordinaria e straordinaria, ai servizi socio-assistenziali necessari ai cittadini per i quali non si danno da tempo risposte concrete. I danni creati per la mancanza di rappresentanze istituzionali sono inenarrabili, l’esempio più palese è quello della ex provincia regionale di Ragusa, commissariata da  4 anni; status che non ha prodotto nulla, nemmeno gli sprechi si sono arginati, anzi si è speso tanto in sostanziosi stipendi dirigenziali senza che la collettività abbia avuto qualcosa in cambio. Eppure il libero consorzio, come pubblicizzato dal Governatore Crocetta, avrebbe dovuto esprimere e sintetizzare  gli interessi delle collettività territoriali e l’indirizzo politico degli amministratori locali. Un ente intermedio al territorio ed ai cittadini rendendo il processo decisionale più rapido ed efficiente. Un ente “fantasma” sarebbe meglio definirlo che non ha dato nessuna spinta verso l’innovazione e alla lotta agli sprechi. 
E’ uno dei peggiori “pastrocchi” della storia della Sicilia, il cui risultato finale è la gestione caotica frutto di inettitudine governativa.

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