giovedì 13 ottobre 2011

Paventata chiusura del Tribunale di Modica. L’on. Nino Minardo e l’on. Salvatore Torrisi chiedono al Ministro della Giustizia un confronto con il territorio

L’obiettivo del Governo di perseguire la rifunzionalizzazione della giurisdizione e la massima efficienza del sistema, assicurando la migliore allocazione delle risorse umane e strumentali delle sedi ed un effettivo risparmio di spesa, è certamente condivisibile ed indispensabile, ma la soppressione tout court di tutti i cosiddetti tribunali minori ancorata esclusivamente ad un mero dato numerico e applicata indiscriminatamente, non è sicuramente la soluzione idonea per raggiungere l’obiettivo prefissato. A tal fine abbiamo interrogato il Ministro della Giustizia Nitto Palma perché riteniamo necessario un confronto con il territorio, il contesto socio-economico di tutti gli uffici in cui si amministra la giustizia prima ancora che si possa decidere se abolire o meno un tribunale minore. Dall’esame dei flussi giudiziari relativi al quinquennio 2004/2008 si evidenzia come i tribunali con organico inferiore a venti giudici abbiano una capacità di smaltimento delle pendenze e delle sopravvenienze in molti casi migliore rispetto a tribunali di maggiori dimensioni.

Tra i tribunali con meno di 15 magistrati in organico, di cui si paventa la soppressione, vi è quello del Comune di Modica, un tribunale storico nel quale si registra il raggiungimento di quegli standard di qualità europei grazie alla rilevante capacità di smaltimento delle pendenze e delle sopravvenienze nonché ad un’efficiente gestione delle pendenze penali. In questo caso l’accorpamento anziché snellire farebbe registrare nuovi aggravi di spesa derivanti dalla necessità di locare ulteriori strutture edilizie, dall’adeguamento delle reti informatiche nonché dai maggiori costi per gli spostamenti del bacino di utenza. Si potrebbe valutare l’ accorpamento del tribunale di Modica con sedi distaccate minori, allargando in tal modo il bacino di utenza e ottimizzare, quindi, la distribuzione sul territorio del servizio giustizia, ma il tutto sempre tenendo conto dell’impatto che le modifiche delle circoscrizioni territoriali degli uffici giudiziari inquirenti e giudicanti hanno sui singoli territori.
E’ fondamentale un confronto con il territorio; gli uffici ministeriali devono interloquire con gli addetti ai lavori, magistrati e ordini professionali nonchè con i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali con riferimento ai singoli territori provinciali al fine di coniugare le citate esigenze di razionalizzazione dell’allocazione degli uffici giudiziari, tenendo conto degli effettivi risparmi di spesa, con quelle che si legano ai principi di sussidiarietà e prossimità del servizio giustizia ai cittadini. Ci sono territori e territori che vanno studiati e analizzati. Nel nostro paese ci vogliono riforme importanti in ogni settore ma laddove si prevedono tagli, essi devono essere portati avanti con criterio. E’ proprio questo quello che chiediamo al Ministro; se nella fase istruttoria che precede l’emanazione dei decreti legislativi attuativi della delega per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, abbia valutato l’opportunità di predisporre uno studio ricognitivo e sistematico sulla geografia giudiziaria esistente.

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