Giudico molto positivamente la sentenza del TAR che chiude ogni
questione legata alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere, che è e
resta ESCLUSIVAMENTE a Ragusa e diventa un punto fermo da cui partire
per un posizionamento universitario del nostro territorio sempre più
importante e più forte, con la volontà di rafforzare nel tempo l’offerta
formativa. Adesso l’obiettivo è quello di concretare i passaggi perché
gli studenti già iscritti nelle facoltà di Giurisprudenza ed Agraria,
possano completare qui i loro corsi di laurea, senza essere costretti a
’spostarsi’ a Catania.
In questo senso, l’incontro di qualche
settimana fa, fra i rappresentanti del MIUR e dell’Università di Catania
con questo specifico tema ‘sul tavolo’ e che io stesso ho fortemente
cercato ed ottenuto, ha sancito i principi cardine perché ciò avvenga: primo
fra tutti il fatto che il Consorzio Universitario Ibleo, assolva nei
tempi e nei modi corretti ai suoi impegni economici nei confronti
dell’ateneo catanese.
Per far questo, mancano ancora delle somme che,
però, sono già nella disponibilità deliberata dall’ente Provincia tempo
fa, quando stanziò i primi 750.000 euro a favore del Consorzio; ancora
però, materialmente, ne sono stati liquidati circa 350.000.
Le
polemiche di queste ore, sollevate ad arte sul ‘taglio’ a soli 400.000
euro dei 750.000 dei fondi previsti per il ‘Consorzio’, stabilito
nell’ultima seduta del consiglio provinciale e che (ma solo per chi le
ha strumentalmente sollevate), determinerebbero l’impossibilità ad
assolvere agli impegni economici verso l’Università di Catania - con la
conseguenza che gli studenti iscritti adesso in Giurisprudenza ed
Agraria a Ragusa, sarebbero costretti a ‘traferirsi’ a Catania -
poggiano sul nulla e non sono fotografia reale dello stato delle cose. I
soldi che ancora il CUI deve all’Università ci sono già e sono in
quello stanziamento stabilito a suo tempo dalla Provincia e nulla hanno a
che vedere con i 400.000 euro stanziati l’altro ieri dal consiglio
provinciale. Devono ‘semplicemente’ essere liquidati e dunque dati euro
su euro all’Università.
Dopo che i nostri ‘doveri’ saranno assolti, potremo
chiedere di tornare a sederci attorno ad un tavolo con il Magnifico
Rettore Antonino Recca, con il MIUR, e chiedere di proporre al Senato
Accademico, forti dell’adempimento di ogni obbligo da parte del CUI, la
possibilità che la richiesta di far terminare a Ragusa gli studi ai
nostri universitari di Giurisprudenza ed Agraria, abbia buon esito.
Il resto sono solo chiacchiere in libertà e polemiche nulle di valore,
che denotano nella migliore delle ipotesi, scarsa conoscenza delle cose,
e nella peggiore, visioni forzatamente e falsamente negative.
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