martedì 14 gennaio 2014

Revisione della disciplina dei crediti formativi per le professioni ordinistiche. Il Governo valuti una forma agevolativa per il conseguimento degli stessi.

Il decreto-legge n° 138 del 2011, ha dettato una serie specifica di principi cui gli ordinamenti professionali devono uniformarsi. Tra questi principi vi è l’ obbligo per il professionista di seguire percorsi di formazione permanente. Su questo argomento ho presentato un’interrogazione in cui chiede al Governo di rivedere la disciplina dei crediti formativi considerando  la possibilità di prevedere un numero minore di crediti obbligatori.

E’ certamente vero che la formazione obbligatoria continua per i professionisti iscritti agli ordini e collegi, assume un ruolo di garanzia per la collettività in quanto l’aggiornamento delle proprie competenze professionali è imprescindibile ed essenziale, ma appare, altresì, una misura eccessiva quella che  prevede la violazione dell’ obbligo di formazione continua come un  illecito disciplinare mentre finora i singoli ordini si limitavano a sanzioni indirette; ed è senza dubbio, molto difficoltoso raggiungere i crediti richiesti per tutti i professionisti per cui è obbligatoria la formazione professionale, così come appare non congrua la contestazione dell’illecito disciplinare in caso di mancanza di rispetto dei crediti formativi.
Per questi motivi ho chiesto anche al Governo di valutare una forma agevolativa  di conseguimento dei crediti formativi per i liberi professionisti e di rivedere il meccanismo della sanzione disciplinare per coloro che non raggiungano il minimo di crediti formativi obbligatori.    

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