martedì 18 gennaio 2011

Utilizziamo i fondi disponibili per lo sviluppo del nostro territorio!

I fondi per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale ibleo ci sono. Sono disponibili, ma non sono utilizzati! La legge regionale 5 novembre 2004, n. 15, ha destinato alla Provincia Regionale di Ragusa la somma di 58 milioni di euro per la realizzazione di opere infrastrutturali ed interventi a sostegno dello sviluppo produttivo del territorio. Si tratta dei fondi cosiddetti “ex-Insicem”, che da un lato assicurano la realizzazione immediata di alcune azioni prescindendo dalla accessibilità o meno di ulteriori risorse pubbliche, dall’altro costituiscono un input per l’attivazione di ulteriori risorse previste sempre a sostegno del settore.

Allo stato attuale, una parte dei 58 milioni di euro derivanti direttamente dalla vendita delle due cementerie sono stati investiti (sistemazione dell’ASI di Ragusa, Modica e Pozzallo ed è stato istituito il Fondo di sostegno per le aziende locali), ma la parte che riguarda le infrastrutture è rimasto un progetto complesso con interventi ancora da fare. Si tratta di importanti opportunità di sviluppo non utilizzate. Con questi fondi “inutilizzati” ci sono degli interventi che potrebbero essere subito realizzati come il terzo polo industriale a Vittoria, il frigomacello di Ragusa. Mentre ci sono altri interventi, come il completamento e la riqualificazione dei collegamenti infrastrutturali, che richiedono la compartecipazione dello Stato. E mi chiedo perché non ci si attiva per presentare l’accordo al governo nazionale chiedendone il sostegno tramite fondi europei? Manca, quindi, un passaggio fondamentale per poter utilizzare questi fondi destinati allo sviluppo del nostro territorio. A distanza di anni dalla sottoscrizione dell’Accordo di programma tra la Provincia, la Camera di Commercio, l’ASI di Ragusa e i dodici comuni iblei, risultano impegnate solo parte dei fondi, sarebbe opportuno, quindi, che fosse speso il massimo impegno per la loro attuazione. E questo perché, se le opportunità economiche di sviluppo ci sono, non si può lasciarle colpevolmente in un cassetto; sarebbe delittuoso ed ingiustificabile.

In un momento in cui l’economia dell’edilizia vive una recessione spaventosa, questa provincia ha perso 3.000 posti in questo comparto che è un volano dell’intero sistema reddituale ibleo, con l’ANCE che lancia gli allarmi trovando sponda nei lavoratori non più controparte storica ma unita all’asse datoriale nel dire di un momento drammatico, avere 58 milioni disponibili per lavori pubblici e non spenderli per inerzia è colpevolmente sbagliato. E senza giustificazione.

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