Ho sempre guardato con stima e riconoscenza al lavoro quotidiano di
Gianfranco Miccichè per far diventare Forza Italia prima ed il PdL
adesso, il partito più importante del Paese ed a quello che ha fatto, fa
e farà per la mia Terra: la Sicilia. Lo facevo da giovanissimo
militante 16 anni fa da quando l’Onorevole Miccichè era in prima linea
mentre Forza Italia nasceva e diventava subito “grande” e lo faccio
adesso che sono fra i deputati nazionali più giovani del PdL.
Ho letto ciò che ha scritto ieri nel suo blog, dopo un documento di 15 dei cosiddetti “lealisti” contro di lui, di cui nulla condivido e la cui essenza mi lascia basito. In sessanta righe e poco più, Gianfranco Miccichè ha “rinfrescato” una memoria che nessuno può cancellare; ha raccontato una storia vera e reale, fatta di sfide e di successi, di coraggio e di “cosciente incoscienza” (mi si passi il termine); di un uomo che ha creduto, lui come altri, in un’Idea fondata sullo spirito di squadra e di partito. Io penso che chiedere la sua espulsione sia un gesto incomprensibile perché significa cancellare la memoria con un colpo di spugna. E chi non ha memoria non ha futuro…
Dispiace tutto questo; perché non si può mostrare ad ogni piè sospinto, ostilità verso Gianfranco Miccichè o verso il Governo della mia Terra; bisognerebbe, invece, parlare, dialogare, discutere, confrontarsi, capire. E soprattutto rivivere 16 anni di Forza Italia e PdL che sono stati intensi ed importanti ed in fondo ai quali ci sono firme in calce che non possono essere dimenticate dall’oggi al domani. E ho visto e sentito in queste ore che sono in molti nel mio partito a pensarla come me.
Ho letto ciò che ha scritto ieri nel suo blog, dopo un documento di 15 dei cosiddetti “lealisti” contro di lui, di cui nulla condivido e la cui essenza mi lascia basito. In sessanta righe e poco più, Gianfranco Miccichè ha “rinfrescato” una memoria che nessuno può cancellare; ha raccontato una storia vera e reale, fatta di sfide e di successi, di coraggio e di “cosciente incoscienza” (mi si passi il termine); di un uomo che ha creduto, lui come altri, in un’Idea fondata sullo spirito di squadra e di partito. Io penso che chiedere la sua espulsione sia un gesto incomprensibile perché significa cancellare la memoria con un colpo di spugna. E chi non ha memoria non ha futuro…
Dispiace tutto questo; perché non si può mostrare ad ogni piè sospinto, ostilità verso Gianfranco Miccichè o verso il Governo della mia Terra; bisognerebbe, invece, parlare, dialogare, discutere, confrontarsi, capire. E soprattutto rivivere 16 anni di Forza Italia e PdL che sono stati intensi ed importanti ed in fondo ai quali ci sono firme in calce che non possono essere dimenticate dall’oggi al domani. E ho visto e sentito in queste ore che sono in molti nel mio partito a pensarla come me.
Questo mi conforta anche perché continuando in questo modo, si corre il rischio di far disamorare chi ha voglia di crederci, chi si affaccia alle Istituzioni, chi guarda con favore al PdL, chi ne vede il futuro del Paese e della Sicilia. Ed è un rischio concreto che la classe dirigente del PdL siciliano non può non considerare.
Il mio appello va a chi di dovere perché metta una volta per tutte la parola fine a questi contrasti e riconosca invece il ruolo e l’importanza di chi ha fatto da sempre la grande storia del nostro partito.
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