Sottolineo con grande soddisfazione l’importante svolta nell’UDC ibleo
con l’elezione di Pinuccio Lavima a segretario provinciale, a cui ho già
avuto il piacere di esprimere personalmente le mie felicitazioni.
Lavima rappresenta una figura con cui dialogare nell’unico interesse
della provincia di Ragusa e della sua gente. La sua elezione da spazio
ad un elemento nuovo e molto impegnato nell’UDC, vicino all’Onorevole
Orazio Ragusa, figura di raccordo e confronto nel nostro panorama
politico. Stupisce, invece, l’atteggiamento assunto in quella sede
congressuale dall’onorevole Peppe Drago, che di punto in bianco e senza
alcuna ragione, ha deciso di rompere ogni tipo di dialogo con il Popolo
della Libertà, scimmiottando quanto fatto dal suo leader nazionale,
quando scelse di non aderire al più grande partito della storia
repubblicana dell’Italia. Una scelta già bocciata dal Paese lo scorso
aprile nel voto politico. D’altro canto, come ha detto il Presidente
Berlusconi, oggi l’UDC è relegata ad un’opposizione di secondo piano ed
anacronistica in un’Italia che ha compiuto il passaggio verso il
bipolarismo perfetto per semplificare il quadro politico. Lo sfogo di
Drago ha il sapore di un disagio evidente di un partito dove il dissenso
è palese e manifesto soprattutto nelle parole dei suoi stessi iscritti.
Si dice “costretto” all’alleanza con il PdL. È una costrizione da cui
lo possiamo liberare volentieri ed anche subito. Non avverta Drago alcun
obbligo nei confronti del PdL; sono alleanze, non sono costrizioni.
Drago è stranamente dimentico del fatto che se l’UDC, oggi, è presente
nel governo di qualche amministrazione locale lo deve solo al PdL ed
alla forze dei numeri del Popolo della Libertà.
Le sue parole sono un
maldestro tentativo di sviare l’attenzione dai suoi problemi
prendendosela con chi si è sempre comportato in maniera corretta e
coerente. Appartengo ad un partito, il Popolo della Libertà, che mi ha
abituato a guardare avanti e ad avere la contezza che non c’è futuro se
non si è consapevoli di ciò che è il passato, da cui trarre tutto ciò
che di positivo c’è stato e lasciare indietro l’esperienze negative e
dannose per il nostro territorio. Proprio su questo l’onorevole Drago
dovrebbe riflettere parecchio, anziché ergersi a censore altrui.
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